IL SOLE 24 ORE
Equipollenza. Per chi all’università ha seguito le materie specialistiche
Niente esame di Stato per i commercialisti con curriculum doc
Taglia il traguardo la complessa vicenda del regime di accesso al Registro dei revisori legali che si innescò nel settembre 2013 quando la Dg Capitali e imprese della Commissione Ue chiarì che l’equipollenza senza esame integrativo era in contrasto con la direttiva 2006/43/Ce. Partì in quel momento una contrapposizione tra professionisti (in particolare tra dottori commercialisti e revisori legali) ma anche tra ministeri di Giustizia, Economia e Istruzione. Poi un regolamento ministeriale sancì la fine dell’equipollenza che venne reintrodotta, dopo un’aspra contesa politica, con il decreto Milleproroghe di fine 2013 che è stato in vigore fino al 19 maggio scorso quando divenne operativo il decreto 63/2016 che contiene il regolamento attuativo delle norme in materia di esame di idoneità professionale per l’abilitazione all’esercizio della revisione legale; che fissa la necessità di un doppio, seppure semplificato, esame. Ora il Dlgs che attua la direttiva 2014/56 ribadisce e conferma il concetto. Anche se dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti arriva rassicurazione che, di fatto, l’equipollenza tornerà. Per la ragione che i curricula di Economia, a regime – e cioè completate le convenzioni con tutti gli atenei d’Italia -conterranno tutte le materie della revisione; e siccome il Dlgs prevede che si possa essere esonerati da una prova dell’esame di idoneità se si è sostenuto un esame universitario nell’ambito di un corso di laurea convenzionato, il cerchio si chiude.
«In questi mesi – spiegano il vicepresidente Cndcec Davide Di Russo e il consigliere nazionale delegato alla revisione legale, Raffaele Marcello – abbiamo avuto una costante e proficua interlocuzione con il ministero dell’Economia, e il Dlgs consentirà in futuro ai giovani che sceglieranno di svolgere la professione di commercialista di non dover sostenere alcun esame aggiuntivo per lo svolgimento dell’incarico di revisore, proprio grazie alle convenzioni stipulate dai nostri Ordini territoriali con gli atenei che prevedono nel percorso universitario il superamento di una specifica prova in materia di revisione legale. L’equipollenza è nei fatti». E , concretamente, sarebbero penalizzati solo coloro che si sono laureati, senza aver sostenuto quegli esami, dopo il 19 maggio 2016 e prima delle convenzioni in questione.
Uno dei più strenui difensori della necessità di fermare l’equipollenza fu l’Inrl, Istituto nazionale dei revisori contabili guidato da Virgilio Baresi. «Finalmente abbiamo raggiunto il risultato di far allineare il sistema normativo italiano alle regole europee – spiega Baresi – e i dottori commercialisti devono prendere atto che le regole comunitarie valgono anche per loro. La battaglia condotta dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili sull’equipollenza, in questo senso, era totalmente fuori luogo e priva di fondamento giuridico rispetto al dettato comunitario che distingue nettamente la professione del revisore da quella del commercialista». Giorgio Costa