CORRIERE ECONOMIA
Concorrenza. Parla il nuovo presidente della categoria
Notai & Sviluppo. «Il modello italiano è quello vincente»
Lombardo: il liberismo spinto non porta punti di crescita dei Pil, ma apre le porte all’illegalità
Dopo lo scandalo dei subprime e quello dei Panama papers è arrivata anche Brexit a complicare ulteriormente il meccanismo societario e quello immobiliare a livello internazionale. Tutti scossoni con cui avranno a che fare i notai italiani che da poco hanno cambiato il loro presidente.
Il neo eletto è Salvatore Lombardo, siciliano, di Trapani, arbitro internazionale, uno che ha fatto rispettare le regole a Maradona e Platini e che adesso è chiamato a governare la categoria in una fase storica davvero complessa. «Finora i notai hanno risposto in modo esemplare alle emergenze ricorda Lombardo. Da anni una nostra delegazione lavora negli Usa, su espressa richiesta del presidente Obama, per trasferire le nostre competenze di garanzia e sicurezza in ambito immobiliare.
Anche nella lotta al riciclaggio siamo in prima linea: il 91% delle segnalazioni arrivano dal notariato. Gli alert che lanciamo sono internazionali perché i sistemi sono interconnessi. Non a caso vengono a studiarci delegazioni di professionisti provenienti da Cina, Vietnam e Corea».
La sfida globale
Adesso però l’emergenza internazionale si chiama Brexit. L’uscita della Gran Bretagna dall’Europa potrebbe portare conseguenze sul mercato immobiliare e su quello societario. Un meccanismo che potrebbe innescare una nuova ondata di liberismo e riportare in auge il modello di common law. «Non è un’eventualità eh ci preoccupa spiega il nuovo presidente del notariato.
Lo scandalo dei subprime statunitensi ha insegnato che il notariato latino è quello che offre le maggiori garanzie. Nel Regno Unito gli atti di compravendita sono garantiti con assicurazioni sempre più difficili da siglare.
Nel ranking della sicurezza tanto nel societario quanto nell’immobiliare, il nostro paese sta davanti agli Usa e anche al Regno Unito. In Italia il lavoro del notaio è orientato alla tutela della parte più debole garantendo sicurezza e trasparenza». In Europa però non sono sopite le spinte di liberismo. Esiste ancora una forte componente che potrebbe riproporre l’abolizione di tutti gli ordini professionali e la libera circolazione di professionisti all’interno dell’unione europea.
Libero mercato?
C’è alla vista una nuova puntata del braccio di ferro tra Europa e Ordini professionali? «Al momento non ne avvertiamo i segnali afferma Lombardo. Già in passato è stato dimostrato che la deregulation non garantisce punti di Pil. Il notaio, poi, a differenza di altre figure, è un professionista che si distingue perla terzietà: lavora per lo Stato, garantisce entrambi i clienti in merito alla legalità degli atti. Non bisogna dimenticare, inoltre, che negli ultimi anni è cresciuto il numero dei notai e quindi la disponibilità a svolgere il nostro servizio con un organico più ampio».
La crisi
In compenso, dall’esplosione della grande crisi economica, il fatturato medio dei notai è precipitato. «Negli ultimi mesi del 2015 e all’inizio del 2016 però il mercato immobiliare ha dato importanti segnali di ripresa continua Lombardo. Un fenomeno generato dal cambio di approccio al business da parte delle banche: gli istituti di credito hanno smesso di puntare solo sulle surroghe e hanno aperto al mercato reale. Anche nel societario c’è più vivacità rispetto al recente passato: il notariato ha promosso 85 mila società semplificate in questi ultimi tre anni permettendo soprattutto ai giovani di avviare nuove attività imprenditoriali». Però in tal senso c’è già chi ha proposto una maggiore liberalizzazione permettendo la creazione di società semplificate senza il passaggio notarile. «Sarebbe un ottimo sistema per far attecchire anche da noi le shell companies che tanti danni hanno creato in giro per il mondo.
Un fenomeno che non potrà replicarsi in Italia finché ci sarà il sistema di controllo garantito dal notariato», conclude Lombardo. Isidoro Trovato