LA REPUBBLICA – Affari e Finanza
Nuove famiglie, un business per i notai
DIVORZIO BREVE, UNIONI CIVILI PER LE COPPIE OMOSESSUALI, UNIONI DI FATTO E CONVIVENZE REGISTRATE SOLLECITANO LA NECESSITÀ DI COLMARE LACUNE E TROVARE SOLUZIONI CONTRATTUALI. SI APRONO SPAZI PER QUESTA CATEGORIA COLPITA DALLA RIDUZIONE DELLE VENDITE DI CASE
Roma. Non tutti sono Bernardo Caprotti, fondatore e patron di Esselunga, un imprenditore che a 90 anni aveva ancora in mano il timone dell’azienda, e alla sua morte si è lasciato alle spalle figli di diversi matrimoni e una moglie, con una situazione, questa sì, sempre più frequente di stratificazione di rapporti affettivi che hanno complicati riflessi patrimoniali. Eredità, patti di famiglia, successioni sia in tema di impresa che di famiglie allargate. Materie che col mutamento della società e l’evoluzione delle normative nell’epoca del decreto Cirinnà, aprono nuovi spazi di discussione. Divorzio breve, unioni civili per le coppie omosessuali, unioni di fatto e convivenze registrate sollecitano la necessità di colmare lacune e trovare soluzioni contrattuali sempre più avanzate. “Affetti e patrimonio nella famiglia che cambia”: è un tema molto delicato ed è il titolo del 51esimo congresso dei notai italiani che si terrà a Verona dal 27 al 29 ottobre. Sono 4.819 in attività, le donne rappresentano un terzo del totale, con i prossimi due concorsi ne arriveranno altri 800. Sarà l’occasione per fare un punto sulla situazione economica che ha ridotto del 50% il lavoro dei notai, calo dovuto alla crisi soprattutto del settore immobiliare, e ha causato anche una flessione delle ‘vocazioni’. Il 50% non guadagna più di 70 mila euro. Al congresso i notai si confronteranno con esperti, rappresentanti di governo ed esponenti politici. «A quarant’anni dalla riforma, è evidente che la famiglia nel formato classico non esiste più – dice il presidente del consiglio nazionale notarile Salvatore Lombardo – , faremo le nostre proposte». Tra gli ospiti a Verona ci saranno il ministro della Famiglia, Enrico Costa, giuristi e il rappresentante di una grande impresa italiana, Pietro Marzotto. “È forse giunto il momento – ragiona il consigliere nazionale Enrico Sironi – di affrontare il tema di una riforma della disciplina ereditaria nel nostro paese”. C’è il problema delle donazioni. “Perché l’atto si consolidi devono passare dieci dalla morte del donante, un periodo lungo durante il quale può essere messo in discussione”. L’impugnabilità blocca la circolazione del bene. “I patrimoni che passano per le successioni corrispondono a cifre enormi, ma la ricchezza non si muove in maniera fluida. Adeguare le leggi alle nuove esigenze della società può portare vantaggio a tutti” afferma il notaio Alessandra Mascellaro. I notai sono convinti che vada fatta una riflessione approfondita sulla riforma della successione necessaria, «va rivista la ‘tutela rafforzata’ – spiega ancora Sironi -; bisogna trovare delle nuove soluzioni, perché la protezione di ex mogli e figli diventa un ostacolo per dare spazio ai desideri legittimi nei rapporti affettivi che si sono costruiti successivamente nel corso della vita». Altro discorso è quello dei patti successori. «Nel nostro ordinamento – dice il consigliere – è vietato mettersi intorno a un tavolo con tutti e fare un accordo per la distribuzione del patrimonio. Ci capita di frequente di avere a che fare con famiglie che vogliono affrontarla mentre i genitori sono ancora in vita e che si bloccano per questo divieto”. Esiste il ‘patto di famiglia’ che permette di passare il pacchetto di controllo di una società con i genitori in vita senza contestazioni, purché sia il figlio che continua l’impresa, a liquidare gli altri aventi diritto. Ma spesso di fronte a un patrimonio ingente non ci sono disponibilità economiche sufficienti per farlo. Perché, suggeriscono gli addetti ai lavori, non permetterlo al padre stesso? Sarà affrontata anche la questione dei patti prematrimoniali, come si fa negli Usa tra i vip, legata a un’ipotesi di fallimento del matrimonio. Come si disciplina il diritto ereditario in famiglie allargate? Nei casi di convivenza anche di molti anni, il compagno o la compagna non ha alcun diritto o tutela, mentre si riconosce la quota di legittima ai figli. Il notariato ha sollevato questa problematica già nel 2013. «È una criticità – spiega Mascellaro – che affronto tutti i giorni. L’altro nodo è che il coniuge separato in maniera consensuale, ha gli stessi diritti ereditari del coniuge non separato. Una signora voleva escludere il marito separato dalla sua successione, ma se non c’è il divorzio il coniuge ha diritto alla legittima». Mascellaro racconta di due contratti di convivenza da lei stipulati prima della legge Cirinnà. «La convivenza registrata all’anagrafe contiene diritti minimi che non prevedono la successione. La normativa forse non è più adeguata Ancora di più adesso con il decreto legge sul matrimonio civile per i gay. Per esempio, i conviventi potrebbero definire le modalità di supporto ai figli nel caso della cessazione della convivenza. Il notariato cercherà di capire come estendere questi contratti». Patrizia Capua