ITALIA OGGI
Pagliuca: criticità evitabili interpellando i professionisti
Sab. 3 – «In un momento in cui il Governo e il Parlamento si stanno aprendo nei confronti delle libere professioni, troviamo come contraltare un appesantimento incredibile delle incombenze che gravano non solo sulle attività dei professionisti ma anche sulle aziende, in barba a qualsiasi tentativo di semplificazione». Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, lancia l’allarme in vista della manifestazione di protesta delle sigle sindacali dei commercialisti prevista per il prossimo 14 dicembre a Roma.
«Evidentemente», continua il numero uno della Cnpr, «di fronte alla volontà mostrata da chi ci governa ci sono delle difficoltà nella realizzazione pratica. Ascoltare di più i professionisti probabilmente aiuterebbe a risolvere il problema. Noi chiediamo una semplificazione vera: sommare le incombenze di un solo giorno non è la semplificazione e anzi ci troviamo di fronte a un incremento costante delle scadenze, come nel caso della quadruplicazione delle comunicazioni Iva, che va contro ogni senso. Pensare che una norma possa essere “sopportabile” per chi vi adempie non è semplificazione».
I professionisti, conclude il presidente di Cassa Ragionieri, «sono un interlocutore privilegiato per il governo e per il parlamento: andando a operare sulle reti dei nostri iscritti abbiamo il polso della situazione e siamo a conoscenza delle necessità del Paese. Nel momento in cui ci accorgiamo dell’esistenza di una criticità siamo pronti a fare la nostra parte, segnalandola poi a chi deve prendere decisioni».
Secondo Mauro Scarpellini, docente di Finanza previdenziale, «il rapporto tra numero di professionisti e numero degli abitanti rivela che in Italia siamo 2,27 volte più della Spagna, 1,9 volte più della Francia, 1,5 volte più del Regno Unito e 1,4 volte più della Germania. In Europa i professionisti sono cresciuti, ma non i loro redditi: il 42,1% dei professionisti guadagna meno di 26mila euro l’anno. Il pensiero va ai corrispondenti contributi previdenziali e all’esigua rendita maturanda sui montanti».
Di conseguenza, ha concluso il professore, «questi andamenti previsionali creano incognite sull’equilibrio di qualsiasi sistema previdenziale e sulla sostenibilità nel lungo periodo».
«I commercialisti sono arrivati al limite della sopportazione nei confronti di un disagio che va avanti ormai da parecchi anni», ha sottolineato Massimo Miani, consigliere nazionale dei commercialisti italiani. «Siamo soffocati da una serie di adempimenti che sono a carico delle imprese ma che in realtà vengono sostenuti, anche a livello di costi, dai commercialisti. La situazione non è più tollerabile e di conseguenza manifesteremo questo disagio, in maniera ordinata e serena, il prossimo 14 dicembre a Roma».
In conclusione, Mario Cicala, già presidente della Sezione tributaria della Corte di cassazione, ha sottolineato l’importanza della manifestazione dei commercialisti. «La loro delusione è nei confronti delle misure che contribuiscono a complicare ulteriormente il sistema del Paese è anche la delusione dei giudici tributari e trascende persino i mali che affliggono la giustizia tributaria e l’opposizione a non condivise proposte di riforma della giustizia tributaria. «Assistiamo», ha spiegato, «al proliferare di norme che perseguono uno scopo specifico, delimitato e settoriale: di fronte a una miriade di disposizioni di dettaglio e a centinaia di commi si incrina sempre di più la certezza del diritto, affogata in un fiume di norme di difficile interpretazione in cui la giurisprudenza legge spesso una voluntas legis distante mille miglia dall’intento del legislatore».