ITALIA OGGI
Il relatore del ddl Sacconi fa il punto sull’iter parlamentare del disegno di legge
Pari dignità al lavoro autonomo
Calderone: Jobs act necessario per tutelare i professionisti
Ritiro degli emendamenti sull’introduzione nel disegno di legge sul cosiddetto «Jobs act degli autonomi» della definizione di autonoma organizzazione ai fini del pagamento dell’Irap, e per l’esclusione delle professioni dagli studi di settore. A patto, però, che il governo prenda «l’impegno» di affrontare (e risolvere) le questioni nel quadro della prossima legge di Stabilità. È quanto ha annunciato il presidente della commissione lavoro del senato e relatore del provvedimento (2233), Maurizio Sacconi (Ap), dal palco di uno dei dibattiti del Festival del lavoro dei consulenti del lavoro, ieri pomeriggio, all’auditorium Angelicum, a Roma.
Uno sguardo, dunque, già proiettato alle mosse che l’esecutivo potrà realizzare in autunno, nella stesura della manovra economica, riaprendo il «dossier» delle professioni. Nel frattempo, il testo, forte di «una serie di proposte correttive depositate nei giorni scorsi e, in massima parte, frutto di una mediazione fruttuosa con il governo che le appoggerà (si veda anche ItaliaOggi del 17/06/2016), prosegue il suo percorso nell’XI commissione di palazzo Madama. E raccoglie l’attenzione della categoria presieduta da Marina Calderone: il «Jobs act degli autonomi» era «necessario per completare una riforma del lavoro che aveva acceso i riflettori su quello dipendente. E noi», ha scandito la numero uno dei consulenti del lavoro, «continuiamo a dire che l’attività professionale libera ha la stessa dignità» dell’impiego subordinato. Quel che è certo, ha aggiunto al fianco di Sacconi, è che «servivano interventi a sostegno delle nostre categorie», poiché «è vero che abbiamo delle Casse di previdenza private, ma si tratta di Enti di primo pilastro che, finora, non hanno potuto garantire appieno misure di welfare per gli iscritti», sebbene fossero «in equilibrio con i conti».
Fra gli emendamenti del relatore al ddl, ve ne è uno che potenzia il raggio d’azione degli istituti pensionistici nati grazie ai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996. Per Calderone è questa la strada giusta da seguire a livello normativo, giacché, ha sottolineato, «credo si debba consentire alle Casse di ampliare le percentuali degli introiti da destinare al welfare integrato e al welfare delle persone». Alla presenza del presidente della Cna professioni Giorgio Berloffa (che ha posto l’accento sul complessivo impoverimento di chi svolge attività autonoma dentro, o fuori da un ordine), poi, ha suggerito un iter che possa esser in grado di «sottrarre» alla gestione autonoma dell’Inps coloro che fanno parte delle professioni non regolamentate (disciplinate dalla legge 4/2013) che «dovrebbero avere una loro dimensione».
Infine, il sottosegretario alla giustizia Federica Chiavaroli ha rivendicato con orgoglio l’appoggio all’emendamento di Sacconi per conferire «una delega al governo, affinché effettui una ricognizione di tutte le funzioni pubbliche che possono essere devolute alle professioni ordinistiche», perché agiscano «in concorrenza con lo stato» o anche, aveva riferito in precedenza il relatore, «in esclusiva». Simona D’Alessio