PROFESSIONI: Per i professionisti 3 mld (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Dal seminario di Frascati la mappa dei programmi operativi regionali Fesr
Per i professionisti 3 mld
Massima attenzione ai bandi per i Fondi Ue

Con il varo del Por Fesr della Calabria si è completato il mosaico della ripartizione delle risorse a valere sui Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr) su tutto il territorio italiano. Complessivamente, oltre 24 miliardi di euro di finanziamento alle Regioni, che hanno già definito gli assi d’intervento prioritari e gli obiettivi tematici. Si va dalla ricerca e innovazione alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dalla competitività delle Pmi alla tutela dell’ambiente fino all’istruzione e apprendimento professionale. E una fetta sostanziosa potrebbe anche riguardare i liberi professionisti, come ha ricordato Sergio Maset, direttore di Idea Tolomeo, intervenuto al seminario di Confprofessioni che si è svolto il 18 e 19 marzo a Frascati. La Legge di Stabilità 2016 ha previsto, infatti, che i piani operativi Por e Pon del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), rientranti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020, si intendono estesi anche ai liberi professionisti, in quanto equiparati alle piccole e medie imprese come esercenti attività economica. Difficile calcolare la quota di fondi strutturali che potrebbe interessare il mondo delle professioni, ma non impossibile. «Voglio essere provocatorio, ma neanche troppo. Se le stime ci dicono che il sistema dei professionisti contribuisce al 12,5% del Pil, allora potremmo prendere questo come target di riferimento e azzardare la stessa percentuale nell’ambito dei fondi strutturali europei», afferma Maset. Fatti due calcoli, nell’ambito dei Por Fesr la quota in capo ai professionisti e lavoratori autonomi si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Prima di lasciarsi andare a facili entusiasmi, però, è meglio mettere i piedi per terra. «Perché i fondi strutturali non sono un bancomat», spiega Maset, «e richiedono una profonda capacità di progettazione e di valutazione dei rischi. Bisogna pensare come imprese all’interno di un sistema che deve crescere in competitività». Ma su questo terreno i professionisti sono all’anno zero. Per la prima volta, infatti, grazie anche al pressing di Confprofessioni, sono riusciti a essere ammessi ai fondi strutturali europei, le difficoltà principale adesso è capire come accedere concretamente ai bandi delle regioni. «La programmazione 2014-2020 è già nella fase operativa», commenta il direttore di Idea Tolomeo, «e dunque non c’è un minuto da perdere. Bisogna intervenire a livello di sistema per essere incisivi nella fase istruttoria dei bandi, individuando le linee e i contenuti che possano riguardare anche i professionisti; quindi, a valle, occorre farsi trovare pronti sulla progettualità dell’intervento che si vuole finanziare». Da questo punto di vista, il seminario di Frascati ha permesso di tastare il polso alle realtà territoriali. «In quasi tutte le regioni italiane, le delegazioni territoriali di Confprofessioni si sono insediate nei Comitati di sorveglianza per la gestione dei fondi comunitari», ha affermato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «Anche a livello nazionale la presenza della Confederazione all’interno del Comitato con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi 2014-2020, insediatosi lo scorso 12 ottobre, rappresenta un elemento di garanzia per orientare la programmazione dei bandi anche verso i professionisti e il lavoro autonomo. Il prossimo step sarà quello di dotarli di uno strumento concreto che possa aiutarli nel monitoraggio dei bandi regionale e nella fase di progettualità».

Foto del profilo di Andrea Gentile

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