ITALIA OGGI
Emendamenti del relatore Sacconi al Jobs act autonomi. Con lo stop agli studi di settore
Piccoli studi, burocrazia soft
Via gli adempimenti formali su salute e sicurezza sul lavoro
Burocrazia più «soft» per i piccoli studi professionali (assimilabili alle abitazioni) in materia di salute e sicurezza sul lavoro: gli adempimenti «meramente formali» subiranno, infatti, una sforbiciata, o verranno del tutto eliminati. E, nel frattempo, viene messo nero su bianco il tentativo di escludere dagli studi di settore «le tipologie di reddito di lavoro autonomo», sebbene il governo sembri (al momento) non intenzionato a concederlo.
A prevedere queste novità gli emendamenti depositati dal relatore del disegno di legge sul cosiddetto «Jobs act degli autonomi» e sul lavoro agile (2233), Maurizio Sacconi (Ap) nella commissione lavoro del senato, da lui presieduta; oltre alle modifiche concordate con l’esecutivo, nell’organismo parlamentare, alla scadenza del termine per la presentazione delle proposte di modifica (ieri alle 12), si contavano circa 300 testi correttivi, di cui 15 ordini del giorno. Come anticipato nei giorni scorsi (si veda ItaliaOggi del 15/06/2016) il provvedimento si avvia a essere integrato con misure che potenzieranno, fra l’altro, l’attività delle Casse previdenziali private: per gli enti cui versano i contributi gli esponenti delle varie categorie è stata disposta, infatti, l’abilitazione ad attivare altre «prestazioni sociali, con particolare riferimento agli iscritti che hanno subìto una repentina caduta dei redditi, o gravi patologie di tipo oncologico, o cronico-degenerativo ingravescente». E, nello stesso emendamento, viene disposta la «istituzione di un osservatorio sui redditi, le contribuzioni e le prestazioni» riguardanti gli iscritti agli ordini, a cura degli enti pensionistici stessi.
Tassello importante nel percorso della valorizzazione e dell’ampliamento del raggio d’azione dei lavoratori non dipendenti è, poi, quanto contenuto nella delega al governo concernente gli «atti pubblici rimessi alle professioni ordinistiche»: tramite l’adozione di successivi decreti attuativi, l’iniziativa di Sacconi consentirà di riconoscere il «ruolo sussidiario» dei rappresentanti di differenti categorie, dando loro la chance di svolgere una vasta gamma di funzioni, che vanno dalla «asseverazione della regolarità contributiva e contrattuale», anche riferita agli appalti pubblici e privati, alla «certificazione in materia tributaria». E, ancora, nuovi incarichi da affidare loro saranno orientati alla «deflazione del contenzioso giudiziario, a introdurre semplificazioni in materia di diritto civile, di certificazione dell’adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energetiche», pure mediante «l’istituzione del fascicolo del fabbricato».
Come già evidenziato, saranno semplificate le normative sulla tutela della sicurezza negli studi, e verranno stabilite, recita la proposta correttiva, «misure tecniche e amministrative di prevenzione compatibili con le caratteristiche gestionali e organizzative» dei luoghi in cui i professionisti esercitano la loro attività; seguendo, inoltre, il principio secondo cui «l’unione fa la forza», il relatore ha premuto sul tasto dell’aggregazione (in associazioni temporanee, consorzi stabili e reti di esercenti la professione) utile a «consentire la partecipazione ai bandi e concorrere all’assegnazione di incarichi e appalti privati».
Nel novero delle iniziative emendative di maggioranza, al vaglio dell’XI commissione di palazzo Madama, anche i congedi parentali, estesi «alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti alla gestione separata» dell’Inps, mediante il riconoscimento di un trattamento economico per «un massimo di sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino»; la copertura prevista ammonta a «1,22 milioni di euro per il 2017». Simona D’Alessio