PROFESSIONI: Più tutele per gli autonomi di Gaetano Stella – presidente Confprofessioni (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Le osservazioni di Confprofessioni nel corso dell’audizione in commissione lavoro al senato
Più tutele per gli autonomi
Sempre al lavoro su previdenza, fisco e competitività

di Gaetano Stella – presidente Confprofessioni

Il ddl sul lavoro autonomo non imprenditoriale è di un atto di equità che riconosce il valore e la dignità del lavoro autonomo e professionale, che accoglie le istanze di tutti i liberi professionisti e dei freelance e rappresenta il segno tangibile di un rinnovato interesse per una parte importante del tessuto economico del paese. Naturalmente, nonostante il generale apprezzamento per gli interventi proposti, alcune parti del disegno di legge sono perfettibili, sia nella definizione delle misure di tutela, sia sul fronte previdenziale e fiscale, prima di arrivare in tempi rapidi all’approvazione finale in parlamento. Confprofessioni, infatti, nella sua duplice veste di rappresentante dei liberi professionisti e dei datori di lavoro degli studi professionali, è favorevole al riconoscimento di maggiori tutele per i lavoratori autonomi, ma invita allo stesso tempo a non limitare eccessivamente la libertà delle parti attraverso norme troppo restrittive. Pur in un quadro di complessivo apprezzamento per gli interventi proposti, il provvedimento non affronta alcune problematiche di grande rilievo per i professionisti. In particolare, non è più procrastinabile una riforma del sistema contributivo riguardante i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata presso l’Inps. Le aliquote contributive previste per tali soggetti restano, infatti, di gran lunga più elevate rispetto a quelle imposte ai liberi professionisti dotati di cassa previdenziale, nonché ai commercianti e agli artigiani, senza che tale differenza sia compensata da prestazioni previdenziali e assistenziali di livello superiore. È, dunque, necessario un intervento strutturale che allinei la contribuzione dei professionisti senza cassa a quella dei commercianti e artigiani, rimuovendo così un elemento di grave iniquità che colpisce il lavoro autonomo e le professioni non regolamentate. Inoltre, l’Italia è l’unico paese occidentale dove le pensioni dei liberi professionisti subiscono una doppia imposizione: le stesse somme, infatti, sono tassate sia come rendimenti degli investimenti (al 26%) che come trattamento pensionistico. Tutto ciò si inquadra in un modello che penalizza pesantemente i giovani professionisti stante il passaggio da sistemi retributivi a sistemi contributivi. In materia di Irap, la definizione di «autonoma organizzazione» è stata oggetto di orientamenti applicativi e interpretativi disomogenei, che hanno dato luogo a esiti incongruenti con la natura stessa dell’imposta, quali l’assoggettamento all’imposta di professionisti operanti senza strutture organizzative ulteriori rispetto alla minima struttura dello studio individuale. Un criterio di indirizzo contenuto nella recente delega fiscale impegnava il governo a normare la materia, ma i decreti attuativi non hanno dato alcun seguito all’indicazione proveniente dal parlamento. Un intervento in materia non è più rinviabile. In un contesto di un mercato dei servizi professionali sempre più competitivo e complesso come quello attuale, risulta indispensabile l’introduzione di strumenti che facilitino l’aggregazione, l’interdisciplinarità e la sinergia tra professionisti. Le società tra professionisti (Stp) possono allora rappresentare il veicolo fondamentale per superare quel nanismo dimensionale che è un elemento di debolezza del settore. Al momento, sono all’esame della commissione industria del senato alcuni emendamenti al ddl concorrenza, proposti da Confprofessioni e volti a riordinare e ad armonizzare la disciplina delle Stp; il ddl lavoro autonomo potrebbe però essere la sede più adeguata per introdurre la regolamentazione dell’istituto. Infine, occorre estendere i contratti di rete anche ai professionisti, che operano ormai da sempre in «filiera» tra di loro e con le imprese. Si tratta di una misura a «costo zero», che non impatta negativamente sul bilancio dello stato, ma predispone le condizioni giuridiche per l’esercizio della libertà economica del professionista e, soprattutto, getta le basi per un ambiente normativo che favorisca l’aggregazione e il rafforzamento del lavoro professionale, che soffre ancora di un eccessivo individualismo.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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