ITALIA OGGI
Dal Consiglio di stato ok ai professionisti
Prelievi a casa dagli infermieri
Gli infermieri professionali possono effettuare prelievi a domicilio. Lo ha stabilito la terza sezione del Consiglio di stato con la recente sentenza 28 giugno 2016 n. 2830. La questione era sorta in quanto un’Azienda ospedaliera di Crema aveva riservato tale servizio a una serie di istituzioni autorizzate e accreditate presso le Asl della provincia. Tale scelta organizzativa, che faceva leva su una precedente delibera regionale, imponeva ai professionisti di aderire a una delle dette istituzioni. Palazzo Spada ha affermato che «anche a prescindere dalle misure di massima liberalizzazione introdotte dall’art. 3 dl n. 138 del 2011, convertito dalla legge n. 148 del 2011» l’esercizio della libera professione infermieristica, svolta da soggetti in possesso di idoneo titolo di studio e di iscrizione all’albo professionale, non può subire discriminazioni ingiustificate. Inoltre il collegio ha sottolineato che l’attività dell’infermiere professionale ricomprende ogni prestazione che possa ricondursi alla generale categoria «dell’assistenza generale infermieristica», attività con funzione di prevenzione delle malattie e di assistenza dei malati e disabili. Quindi l’infermiere libero-professionista può prestare la propria attività assistenziale, anche a domicilio, senza necessità di essere dipendente o collaboratore di un laboratorio. I giudici amministrativi di appello hanno concluso indicando che «l’Azienda avrebbe potuto, tutt’al più, imporre particolari oneri e cautele di tipo tecnico-operativo ai propri operatori-collaboratori (quali, per esempio, l’uso di un particolare refrigeratore per il trasporto del sangue, oppure termini di consegna dei campioni prelevati), o indire con avviso pubblico una selezione dei contraenti, ma non escludere, in via assoluta e generalizzata la categoria degli infermieri libero-professionisti dagli accordi di collaborazione». Andrea Scotto