PROFESSIONI: Professioni, pronto il Piano per la Ue (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Libera circolazione. Il Dipartimento delle politiche europee ha presentato il documento a Bruxelles
Professioni, pronto il Piano per la Ue

Presto le professioni avranno standard minimi di formazione a livello nazionale. È in via di costituzione un tavolo tecnico di lavoro tra ministero del Lavoro, ministero dell’Istruzione, Regioni e Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol) che lavorerà a questo obiettivo per i casi in cui la formazione èstabilita dalle Regioni. La novità si legge nel Piano nazionale di riforma delle professioni presentato ieri all’Unione europea dal Dipartimento delle politiche europee della presidenza del Consiglio.
Il documento, di 173 pagine, riporta tutte le professioni presenti nel nostro Paese e indica le azioni prioritarie da mettere in atto. Oltre al tavolo di lavoro sulla formazione standardizzata sono considerate urgenti la valutazione e l’adeguamento degli esami di Stato, che devono essere più aderenti all’attività professionale, e la revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche, in particolare ingegneri e periti, dove molte attività si sovrappongono.
Le professioni che entrano ufficialmente nel database nazionale sono 174 mentre nella versione precedente del Piano intermedio presentata a luglio 2015 erano 143.
Per tutte vengono specificati gli obiettivi, la formazione, le norme di riferimento e le eventuali criticità. Questa attività precede una semplificazione normativa dato che la conplessità delle regole è tra i principali ostacoli della libera circolazione dei professionisti in Europa. La Ue da tempo sta lavorando per agevolare la libera circolazione dei lavoratori tra gli Stati membri, prima con la direttiva 2005/36/CE e successivamente con la direttiva 2013/55/UE, che ha introdotto la Tessera professionale europea; dal gennaio di quest’anno la Tpe può essere richiesta da cinque professioni (agente immobiliare, infermiere, farmacista, fisioterapista, guida alpina).
I lavoratori potenzialmente interessati da queste riforme sono milioni (un numero preciso non esiste) ma sommando le 27 professioni iscritti a ordini e collegi, che contano circa 2 milioni di persone (2,3 milioni secondo il Piano di riforma) e tutte le altre professioni il numero è di almeno 5 milioni.
Per alcune professioni, come commercialisti, esperti contabili e consulenti del lavoro, le riforme già adottate vengono considerate in linea con gli obiettivi. Nel caso di avvocati e attuari non sono previsti interventi ma gli stakeholders hanno evidenziato la presenza di criticità. Per gli avvocati si tratta dei casi di studenti laureati in Italia che da alcuni anni per bypassare lo scoglio dell’esame di Stato, che ha una percentuale di promossi piuttosto bassa, acquisiscono la qualifica in Spagna per poi chiedere il riconoscimento in Italia. Di tutt’altro tenore le “rimostranze” del Consiglio nazionale degli attuari, che chiede la previsione di un tirocinio obbligatorio, ora assente, e di risolvere la contraddizione attualmente presente nel percorso formativo: due delle tre lauree magistrali previste dall’ordinamento per svolgere la professione non prevedono esami di tecniche attuariali.
Lo screening di tutta la regolamentazione nazionale relativa alle professioni, previsto dall’articolo 59 della direttiva 36/2005, ha lo scopo di valutare se la regolamentazione sia «non discriminatoria, proporzionata e basata su un motivo imperativo di interesse generale». Il lavoro, che ha coinvolto ministeri, Regioni ordini e associazioni di categoria è stato avviato nel gennaio 2014 e resta comunque aggiornabile per includere eventuali nuove professioni e per inserire le modifiche necessarie. Attualmente per alcune professioni, tra cui ingegneria civile, architettura e psicologia, è stata avviata un’indagine più approfondita con Bruxelles e gli altri Stati Ue.
Federica Micardi

Foto del profilo di Andrea Gentile

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