ITALIA OGGI
Tre giorni di confronto per individuare le linee di intervento dei prossimi anni
Professionisti imprescindibili
Al lavoro per creare una piattaforma programmatica
di Armando Zambrano * * Presidente del Cni
Una piattaforma programmatica che individui le linee di azione degli ingegneri italiani per i prossimi anni. Questo è l’obiettivo che il nostro consiglio nazionale si propone nel celebrare il 61° Congresso degli ordini degli ingegneri italiani che si terrà a Palermo. Nell’occasione faremo il punto, assieme ai rappresentanti della nostra base, sull’attività svolta negli ultimi cinque anni.
Ci confronteremo, inoltre, su una serie di tematiche a proposito delle quali la nostra base ha molte idee e proposte. Dal dibattito, poi, dovrà scaturire una sintesi finale che definirà le nostre strategie di intervento future. Il titolo del Congresso di quest’anno, «Officina Italia. Progettiamo il cambiamento», non è stato scelto a caso. L’idea è quella di aprire un cantiere di idee che rappresentino la base che consenta agli ingegneri italiani di partecipare con un ruolo attivo alla progettazione dell’Italia che verrà.
Il nostro è un paese che ha bisogno di essere rilanciato. Per riuscire in questo difficile obiettivo sono necessari forti cambiamenti che ci consentano di competere in un contesto economico e sociale in rapidissimo mutamento. L’Italia ha bisogno di infrastrutture, di realizzare un salto di qualità in senso digitale, di una nuova gestione della mobilità, di un totale ripensamento delle politiche industriali. Non si può realizzare tutto questo senza avere un progetto.
In questo senso, gli ingegneri italiani devono cogliere l’opportunità per ritagliarsi un ruolo nel processo di cambiamento di cui ha bisogno il paese. Possono farlo perché ne hanno tutte le capacità. Non solo hanno le competenze tecniche ma possiedono anche una visione di che cosa deve essere l’Italia nel futuro prossimo.
Tuttavia, non è sufficiente chiedere un ruolo, è necessario intraprendere iniziative concrete per ottenerlo. Ne è perfettamente consapevole questo Consiglio nazionale che, ad esempio, ha deciso di dire la sua su un tema di particolare gravità e delicatezza: il caso dell’Ilva di Taranto e il futuro dell’industria siderurgica in Italia. Il 19 maggio, nel corso di un incontro con la stampa, assieme al Presidente della regione Puglia Michele Emiliano, abbiamo annunciato un Convegno su questo tema, programmato per il prossimo autunno. In quell’occasione presenteremo una serie di analisi tecniche e di esperienze che permetteranno, a chi sarà chiamato a prendere decisioni sull’Ilva, di avere un quadro oggettivo della situazione. Senza propendere per una soluzione o per l’altra, in qualità di soggetto tecnico terzo, forniremo tutti gli elementi in nostro possesso, mettendo a disposizione un importante contributo di conoscenza a tutta la comunità pugliese e nazionale. Come il caso Ilva dimostra, gli ingegneri hanno le qualità per essere determinanti. Ne abbiamo avuta una chiara dimostrazione in occasione dell’evento MakIng, attraverso il quale abbiamo voluto celebrare l’eccellenza della nostra ingegneria. Davvero tante le storie di successo di aziende italiane e di singoli progettisti. Un’eccellenza che è arrivato il momento di portare con più forza all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e dei decisori politici. Tornando al 61° Congresso, agli ingegneri, oltre alle capacità tecniche, non mancano nemmeno le idee. Per questo come Consiglio nazionale abbiamo deciso che i temi oggetto di dibattito congressuale fossero espressione della nostra base. In occasione dei lavori precongressuali tenutisi a Roma lo scorso 6 maggio, infatti, numerosi delegati degli Ordini territoriali, dopo essere stati suddivisi in singoli gruppi di lavoro, hanno dato vita ad un ricco e prolifico scambio di idee dal quale sono scaturite numerose proposte che andranno ad alimentare la mozione congressuale. È stata un’ottima occasione per mettersi tutti in discussione provando a fare cose nuove. Un’iniziativa efficace che, ad avviso di molti, andrebbe riproposta anche su base territoriale coinvolgendo gli iscritti e la società civile. Qualcuno potrà pensare che tutte queste proposte siano irrealizzabili o che ci si trovi di fronte ad un libro dei sogni. Il compito del Cni e del Congresso sarà proprio quello di dare concretezza a questi contributi, trasformandoli in una piattaforma programmatica che metta gli ingegneri italiani in primo piano nella progettazione di un’Italia diversa.