PROFESSIONI: Revisori in linea con l’Europa (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Il presidente dell’Inrl Baresi sull’ok del governo al dlgs attuativo della direttiva 2014/56
Revisori in linea con l’Europa
Garantite indipendenza e terzietà. La Pec sarà obbligatoria

Lo stesso giorno del consiglio nazionale dell’Inrl, venerdì scorso, è giunto il via libera del consiglio dei ministri, in via preliminare, al decreto legislativo di attuazione della direttiva Ue 2014/56 relativa alla revisione legale. Legittimo plauso dell’istituto al definitivo varo del nuovo assetto regolatorio che recepisce i dettami di una legislazione europea volutamente innovata per prevenire le crisi finanziarie, specialmente di carattere sistemico, attraverso presidi adeguati della veridicità e affidabilità dei bilanci.
Tra tali strumenti, è stato ritenuto di essenziale importanza un adeguato livello qualitativo della revisione legale, nonché un maggiore rigore nei requisiti di indipendenza dei revisori e delle società di revisione legale nei confronti delle società revisionate. Il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea approvato dal Cdm regola l’attività dei revisori dei conti, dall’accesso alla professione, ai principi deontologici, alla disciplina della relazione di revisione. Nel contempo si conferma l’assetto vigente nella ripartizione delle competenze tra ministero dell’economia e delle finanze e Consob, le due autorità con responsabilità in materia di revisione legale. E per l’accesso alla professione di revisore legale dei conti si conferma il tirocinio della durata triennale, con la possibilità che sia svolto contestualmente al biennio di studi finalizzato al conseguimento della laurea, in base ad appositi accordi, nell’ambito di una convenzione quadro Miur-Mef.
L’esame di idoneità professionale per l’abilitazione all’esercizio della revisione legale deve essere bandito almeno una volta l’anno. Il decreto legislativo innova anche il contenuto informativo del registro prevedendo l’obbligo della posta elettronica certificata per gli iscritti al registro per rendere più economico ed efficace il flusso delle comunicazioni. «Con questa approvazione», ha commentato il presidente dell’Inrl Virgilio Baresi, «si delinea finalmente il contesto giuridico nel quale svolgere l’attività professionale e si rispetta l’orientamento dettato dal legislatore europeo che impone un tirocinio triennale che noi avevamo difeso da sempre per ribadire la netta distinzione tra la professione del revisore legale, ispirata alla terzietà e indipendenza, e le professioni che invece consentono consulenze di parte quali quelle del commercialista o dell’avvocato. Da qui, poi l’importanza che assume la formazione continua che appare essenziale per tutti i revisori legali». Riguardo poi ai lavori svolti dal consiglio nazionale dell’Inrl, nel dettaglio sono state fissate le priorità del mandato triennale, individuando nella formazione e nel proselitismo due attività preminenti per consolidare la rappresentatività e la forza dell’istituto. Già nella sua relazione, il presidente dell’istituto, Baresi, ha sottolineato come «la nuova squadra deve mostrare coesione, unitarietà e innovazione, attivando una efficace programmazione di percorsi formativi in linea con quanto stabilito dal decreto legislativo appena approvato dal Cdm e una articolata calendarizzazione di seminari e convegni di studio sul territorio per aprire un concreto confronto sulle problematiche locali e al tempo stesso avvicinare il mondo professionale all’istituto. Un passaggio che è stato ribadito con forza e convinzione dal segretario generale, Antonio Gargano: «Si apre una stagione convegnistica capillare sul territorio, su tematiche d’attualità, per sostenere quell’opera di proselitismo indispensabile a garantire forza e rappresentatività all’Inrl». Di grande interesse e rilievo associativo, poi, l’impegno assunto dal consigliere nazionale Luigi Maninetti che in virtù della sua lunga e prestigiosa esperienza parlamentare ha assicurato il sostegno all’istituto nei rapporti istituzionali e in particolare con il presidente della commissione finanze alla camera. Nel corso del consiglio nazionale è stato anche affrontato il tema della revisione dello statuto, con un puntuale intervento di Giuseppe Pio Macario, coordinatore dell’apposita commissione istituita da alcuni mesi per riscrivere le regole interne dell’Inrl. Macario ha proposto la costituzione di un apposito organismo interno di controllo per «garantire la massima trasparenza e tempestività all’operato dell’Inrl, chiamato a dare il proprio contributo su questioni molto delicate come il risk management e affrontare temi di grande rilevanza tra i quali spicca la deontologìa. A tale proposito il nuovo statuto dovrà contenere chiare regole comportamentali all’interno dell’istituto e puntuali provvedimenti disciplinari per tutelare sempre e comunque gli interessi dell’istituto e dei suoi iscritti». In proposito alcuni consiglieri nazionali hanno evidenziato l’importanza di scindere i contenuti dello statuto da quelli del regolamento interno al quale dovranno attenersi i titolari di specifici ruoli e incarichi statutari. Nel corso del consiglio nazionale è intervenuto anche il consigliere Mattia Lettieri che intende sostenere con il massimo impegno il progetto di una università della revisione legale, che diventerebbe un punto di riferimento accademico e professionale di grande valore per le nuove generazioni. Si consolida dunque la presenza dell’istituto nel panorama professionale e istituzionale: e in tale contesto assume un grande significato l’impegno di Mario Baccini, presidente del Microcredito, che oltre a dare la propria disponibilità a guidare la delegazione nel futuro incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha invitato gli iscritti dell’Inrl a sostenere la Fondazione Foedus, nata per creare sinergie tra cultura, solidarietà e attività d’impresa, con la donazione del 5 per mille (codice fiscale 97317870588). La Fondazione intende ottimizzare lo scambio tra il mondo della cultura e il mondo dell’impresa, nella consapevolezza che tale scambio può dare risultati positivi a entrambi: la cultura rappresenta per l’impresa, come per l’individuo e per la società, un indubbio valore aggiunto; la cultura può trarre vantaggio dall’apporto economico che l’impresa può fornire, ma anche dal bagaglio di esperienze e conoscenze, di metodi e di creatività di cui l’impresa è portatrice.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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