ITALIA OGGI
Sacconi: studi di settore in soffitta
Eliminare gli studi di settore per le libere professioni e definire al meglio il concetto di autonoma organizzazione per circoscrivere i soggetti tenuti al pagamento dell’Irap. Il tutto, attraverso una delega al governo in materia fiscale.
Queste alcune delle modifiche da apportare al ddl sul lavoro autonomo secondo Maurizio Sacconi (Ap), presidente della commissione lavoro del senato presso cui il testo collegato alla legge di stabilità 2016 è incardinato. Nel dettaglio, nel corso di un colloquio con ItaliaOggi, il numero uno della XI Commissione di palazzo Madama, ha fatto presente come il ddl sul lavoro autonomo sia da considerare «una buona occasione non tanto per aprire un nuovo cantiere per le riforme del lavoro, quanto piuttosto, uno strumento per potenziare la capacità competitiva e welfare delle professioni nonché accompagnare la trasformazione del lavoro capacitando la negoziazione». Ecco, quindi, che per quanto riguarda le libere professioni due sono i fronti su cui agire in stretta collaborazione con il governo: quello fiscale e quello previdenziale.
«Nel primo caso», ha sottolineato Sacconi, «sarebbe opportuno eliminare gli studi di settore per le libere professioni perché sono costruiti in termini di competenza mentre i professionisti ora pagano le tasse per cassa. In secondo luogo», ha proseguito, «è opportuno definire meglio il concetto di autonoma organizzazione per circoscrivere i soggetti tenuti al pagamento dell’Irap». Diversa, invece, la situazione per quanto riguarda il fronte previdenziale.
«La seconda delega, infatti, dovrebbe riguardare la possibilità di offrire alle professioni non ordinistiche, che versano i contributi alla gestione separata Inps, una maggiore protezione previdenziale anche in termini di welfare complementare. Ecco perché, la strada da seguire dovrebbe essere quella di dare vita a una cassa autonoma delle professioni non ordinistiche autorganizzata e collegata alle altre Casse per le prestazioni integrative». Attenzione particolare, poi, quella riservata al capitolo del lavoro agile. Su questo specifico fronte, infatti, ad avviso del presidente della commissione è necessario non commettere «l’errore di provare a regolamentare qualcosa che è e che sarà per molto tempo in continuo mutamento. Sarebbe invece più opportuno», ha concluso Sacconi, «lavorare affinché sia ampliata il più possibile la capacità negoziale sia collettiva che individuale in deroga alle leggi e ai contratti nazionali così che inquadramenti, mansioni, formazione, sicurezza, orario, retribuzione si adattino alla nuova organizzazione della produzione indotta dalle tecnologie digitali». Beatrice Migliorini