PROFESSIONI: Si moltiplicano le rinunce fra i revisori degli enti locali (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Commercialisti. Su compensi, sorteggio, mandati e unioni le proposte per rilanciare il ruolo
Si moltiplicano le rinunce fra i revisori degli enti locali

ROMA. Sorteggio, compensi, limiti ai mandati e articolazione dei pareri.
Le modifiche chieste dai professionisti al sistema di regole che disciplinano i revisori degli enti locali disegnano nei fatti una riforma organica del settore. Ad avanzarle è stato ieri il consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che ha lavorato a un pacchetto di emendamenti pronti per l’uso. A patto che la politica se ne faccia carico, come assicurato dal ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, intervenuto a Roma al convegno di presentazione dei correttivi: «Non mancheranno le occasioni normative per discutere le proposte – ha assicurato – e in prospettiva serve anche una riforma organica del testo unico degli enti locali, che si può fare solo con delega».
Il tempo, però, non è una variabile secondaria, perché alla base della richiesta di intervento c’è un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti: la moltiplicazione delle segnalazioni di professionisti che comunicano al consiglio nazionale la rinuncia dell’incarico da revisore, spesso perché sorteggiati in Comuni a centinaia di chilometri di distanza dallo studio (gli elenchi sono regionali) per compensi che a volte non raggiungono i 2mila euro l’anno: il calcolo di costi e benefici, in cui entra anche il peso delle responsabilità connesse al ruolo di revisore, offre motivazioni solide alla rinuncia. «Le leggi dimostrano grande fiducia nei revisori quando affidano ai professionisti 100 adempimenti all’anno, alcuni dei quali molto complessi», riflette il presidente del Cndcec, Gerardo Longobardi, ma poi li trattano «come costi della politica» quando si guarda ai compensi. «Oggi ci sono trattamenti al di sotto degli standard minimi di decoro – rilancia Davide Di Russo, vicepresidente del Cndcec autore del censimento sui 100 adempimenti annuali – ma gli enti devono poter contare sui migliori professionisti per lo svolgimento di un incarico delicatissimo».
Sui compensi, la proposta è di fissare un limite minimo da 6mila euro annui, con fasce superiori man mano che cresce la dimensione demografica dell’ente, e nel frattempo dal Viminale arriva un’apertura ad avviare almeno l’aggiornamento dei livelli attuali, congelati dal 2005. Ma le indennità sono solo un aspetto della proposta dei professionisti, che chiedono di rivedere anche le regole del sorteggio introdotto nel 2011: chi è al primo incarico, anzitutto, non va confinati nei piccoli Comuni, dove il revisore è unico, ma va collocato nei collegi dove può crescere grazie all’aiuto di colleghi più esperti. Per ridare margini di autonomia, poi, un correttivo propone di sorteggiare tre professionisti per ogni posto, tra i quali possa esercitarsi la scelta del consiglio comunale. Gianni Trovati

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile