ITALIA OGGI
Le proposte di modifica del cup, dell’adepp e di confprofessioni al jobs act delle partite iva
Stop alle differenze tra dipendenti e lavoratori autonomi
Concedere «pari dignità» al lavoro autonomo e a quello dipendente, con un ventaglio di iniziative di tutela che vanno dall’estensione dell’indennità di malattia e dei congedi parentali ai liberi professionisti ordinistici (e non solo agli iscritti alla Gestione separata dell’Inps) alla spinta (con incentivi fiscali) all’aggregazione fra professionisti anche con competenze diverse, fino all’abrogazione degli studi di settore, giacché è «ormai superato il modello di ricostruzione dei compensi attribuibili al contribuente» sulla base di quelle elaborazioni statistiche (si veda altro articolo in pagina).
È una fetta delle proposte correttive che esponenti del Comitato unitario delle professioni (Cup), guidato dalla presidente Marina Calderone, hanno illustrato ieri in commissione lavoro al senato nel corso di un’audizione sui disegni di legge, uno governativo, uno d’iniziativa parlamentare sulla tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e sull’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (lavoro agile).
A proposito di quest’ultima formo di organizzazione dell’attività, è stata evidenziata «l’utilità dell’accordo individuale che regoli la disciplina in deroga alla legge e ai contratti collettivi nazionali», specificando, però, come pesino ancora i «pregiudizi culturali di parte degli imprenditori che temono che i dipendenti non lavorino con lo stesso impegno, e dall’altro» le paure del personale, «preoccupato» che nascano attriti in azienda tra chi svolge il proprio incarico «in modo flessibile, e chi no».
Fra le osservazioni depositate, anche quelle dell’Ordine dei commercialisti che hanno invocato la sospensione degli obblighi contributivi e fiscali nei periodi feriali.
Il «Jobs act degli autonomi» uscito da palazzo Chigi è «un atto di equità», per il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, che ha posto l’accento sulla norma che rende universale la partecipazione dei rappresentanti delle categorie ai bandi europei, «ampliando quanto previsto dalla Legge di stabilità». Diversi, inoltre, i rilievi dell’Adepp (Associazione degli enti previdenziali). L’audizione ha permesso al numero uno Alberto Oliveti di mettere in luce la scarsità di risorse per il welfare degli autonomi (50 milioni) e di indicare una via: i professionisti non regolamentati, i cui contributi vanno alla Gestione separata dell’Inps, potrebbero «optare per trasferire i versamenti alle Casse pensionistiche private». E ricevere «prestazioni corrispondenti» a quelle di chi è iscritto a un ordine.