ITALIA OGGI
Il bilancio del tavolo tecnico convocato dal sottosegretario al mise simona vicari
Un modello di sviluppo per la competitività delle professioni
Sab. 25 – Al tavolo sulla competitività delle libere professioni, convocato dal sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari, ha preso parte, il 22 luglio scorso, tra le altre sigle rappresentative delle professioni ordinistiche e non, Cna Professioni, a cui aderisce l’Associazione nazionale tributaristi Lapet.
Tale incontro nasce direttamente dalle esigenze espresse dal settore delle libere professioni. E’ proprio da queste che emergono segnali di inquietudine che non potevano rimanere inascoltati, specie dopo l’innalzamento del livello di povertà che ha riguardato la categoria. In particolare, si tratta del secondo incontro, la prima riunione infatti si è svolta al Mise il 15 aprile e, in quell’occasione, si è focalizzata l’attenzione sulle barriere burocratiche che ostacolano l’attività economica dei professionisti e sulla necessità di incentivi dedicati anche attraverso le risorse messe in campo dall’Unione europea per le Pmi. Ora, quindi, si è giunti al passo successivo, quello dell’illustrazione delle proposte e delle possibili soluzioni. «Rendiamo plauso all’attività del governo, in particolare del sottosegretario Vicari per l’interesse dimostrato e per aver concretamente dato risposte alle esigenze dei professionisti, in primis attraverso la costituzione di un tavolo unitario, superando così ogni possibile steccato. Tutti (ordinisti e non), infatti, viviamo le stesse difficoltà economico-sociali.
Altrettanto significativa è l’azione del tavolo. Abbiamo accolto favorevolmente la concretezza delle proposte portate dal Sottosegretario: dare identità al problema, condividerlo unitariamente e fissare il raggiungimento degli obiettivi attraverso interventi celeri, sono azioni che non possono non essere da noi ampiamente condivise e sostenute», ha dichiarato il vicepresidente Cna Professioni Roberto Falcone, nonché presidente nazionale Lapet, intervenuto al tavolo. «Dobbiamo mettere a punto un modello di sviluppo che rilanci la competitività delle libere professioni sia nel mercato interno che in quello comunitario», ha dichiarato il sottosegretario Vicari, «l’obiettivo è quello di predisporre una serie di provvedimenti che agevolino l’accesso a fonti di finanziamento sulla falsariga di quanto previsto per i Voucher per la digitalizzazione o per il Fondo di garanzia per le Pmi, che snelliscano le procedure burocratiche che rallentano lo sviluppo delle libere professioni e che permettano una struttura di mercato più solida, organizzata e competitiva. Grazie a questa opera di armonizzazione non ci saranno più partite Iva di serie A e di serie B». Principi ampiamente condivisi da Falcone durante la riunione. Tra le finalità che il gruppo di lavoro si è prefissato, dunque, migliorare il rapporto con le regioni. A tal fine, è stata proposta una bozza di protocollo d’intesa, contente misure di rafforzamento della competitività delle libere professioni, atte a superare gli ostacoli e le diversità amministrative esistenti nelle varie territorialità. In materia di incentivi poi, l’accessibilità delle partire Iva al Pon competitività e l’estensione ai professionisti delle misure agevolate, sono le ulteriori mete. In progetto, altresì, una sinergia con gli sportelli dell’Ente nazionale di microcredito. Importante è stato anche il confronto con Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. «Ci stiamo occupando di questi temi già da diverso tempo, basti ricordare che l’accesso al credito è uno dei punti cardine del decalogo che abbiamo presentato a governo e parlamento il 9 aprile scorso alla Camera nell’ambito dell’Osservatorio permanente sulle professioni di Cna professioni», ha ricordato Falcone. In particolare, la richiesta è garantire ai professionisti l’ammissione a bandi di gara regionali, nazionali e comunitari consentendone così l’effettivo accesso ai fondi europei. «Sino ad oggi, il mondo professionale è stato escluso dalla quasi totalità degli interventi rivolti alle imprese, un gap determinato dalla scarsa conoscenza e attenzione verso il mondo delle agevolazioni da parte degli stessi professionisti, legati piuttosto a retaggi di categoria che hanno prodotto semplicemente la loro auto-esclusione», ha aggiunto Falcone, «abbiamo sempre sostenuto la necessità di superare le discriminazioni ad oggi esistenti tra imprese e professionisti, con interventi in grado di rendere le professioni italiane più competitive. Occorre ricordare che l’assimilazione era stata già prospettata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato italiano nel lontano 1997 secondo cui i professionisti sono imprese a tutti gli effetti ai fini della concorrenza fra le stesse. Ora, l’esortazione che la Commissione europea ha rivolto all’Italia, affinché si adoperi in tale direzione, auspichiamo venga accolta nel più breve tempo possibile. Si tratta di un’opportunità che il nostro paese non può perdere. E’ necessario riconoscere il ruolo primario che le professioni hanno per la nostra economia». Cna Professioni pertanto si è mostrata pronta a offrire tutto il contributo professionale, anche attraverso la sua rappresentanza a Bruxelles