ITALIA OGGI
Vicina l’intesa tra la commissione permanente di Confprofessioni e la Struttura di missione
Un patto a tutela del territorio
I professionisti in campo contro il dissesto idrogeologico
Sono ben 7.145, pari all’88,3% del totale, i Comuni italiani che insistono su aree in dissesto idrogeologico e ogni anno lo Stato paga 3,5 miliardi di euro per far fronte ai danni e ai risarcimenti che colpiscono le popolazioni e i territori interessati da frane e alluvioni. Inoltre, secondo il rapporto «Dissesto idrogeologico in Italia» pubblicato lo scorso marzo dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sono più di 7 milioni gli abitanti e quasi 80 mila le imprese, per oltre 200 mila addetti, residenti in aree a rischio frane e alluvioni.
Su questi numeri si sono confrontati lo scorso 20 giugno a Palazzo Chigi il direttore della Struttura di Missione contro il Dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, Mauro Grassi, e il coordinatore della Commissione permanente dissesto idrogeologico di Confprofessioni, il geologo Guglielmo Emanuele, accompagnato dal componente della stessa Commissione, l’ingegner Francesco Galluccio, e da Francesco Monticelli, responsabile Ufficio Studi Confprofessioni. Sul tavolo, l’intento comune di garantire il necessario coordinamento degli interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico. Su questo fronte, il direttore della Struttura di missione Grassi ha annunciato che le iniziative promosse dal Governo tendono essenzialmente a pianificare un rapporto sinergico con il mondo dei liberi professionisti che garantiscono trasparenza e produttività per un Paese in così forte affanno. A tal fine si è definito un protocollo d’intesa tra la Struttura di missione e Confprofessioni, che mira a ottimizzare il coordinamento, il monitoraggio e il controllo in ordine alle funzioni di programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi sia a livello di governo centrale, sia sul territorio. «Verranno individuati gli obiettivi e le strategie da mettere in campo per analizzare le cause e gli effetti di un problema che rappresenta un costo sociale elevatissimo per il Paese» ha sottolineato Emanuele. «Solo grazie al coinvolgimento e alla partecipazione dei professionisti e delle autorità locali è possibile attuare le «Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico», messe a punto con il progetto #Italiasicura, grazie anche alla collaborazione delle professioni tecniche».
Secondo il coordinatore della Commissione di Confprofessioni «mitigare il dissesto idrogeologico è un problema tecnico, giuridico, economico, sanitario e coinvolge una pluralità di competenze e figure professionali già riunite all’interno del sistema confederale. L’attuazione delle linee guida richiede infatti un’elevata professionalità che va calata di volta per volta, sui territori in precarie condizione di stabilità idrogeologica ma per raggiungere questo obiettivo occorre istituire sottocommissioni regionali in grado di adottare le stesse linee all’effettiva criticità del proprio territorio.