IL SOLE 24 ORE
Ddl lavoro autonomo. Presentata una serie di emendamenti al provvedimento: saranno semplificate le regole sulla sicurezza
Welfare più ampio per i professionisti
ROMA. Estensione ai lavoratori autonomi delle tutele della legge 192 del 1998 in materia di abuso di dipendenza economica. Possibilità per le Casse di previdenza di allargare le prestazioni di welfare a favore dei professionisti iscritti (da esercitare con una delega).
E sempre con una delega, si apre a una semplificazione degli adempimenti su salute e sicurezza negli studi professionali, perchè assimilati alle abitazioni (e non più alle “fonderie”). Sul fronte invece dello “smart working”, arriva una nuova definizione per distinguerlo nettamente dal telelavoro.
Sono alcuni degli emendamenti, presentati nei giorni scorsi da maggioranza e relatore, Maurizio Sacconi, al Ddl sul lavoro autonomo e agile, su cui il governo, ieri, nel corso di un vertice, ha acceso semaforo verde.
Il provvedimento è all’esame della commissione Lavoro del Senato; e oggi, se arriveranno i pareri della commissione Bilancio, si dovrebbe partire con il voto sui singoli emendamenti. L’esecutivo è intenzionato a correre, con l’obiettivo di arrivare già la settimana prossima in Aula.
Ma non mancano i nodi da sciogliere. A partire dalla richiesta di chiarire che agli autonomi che lavorano nelle società tra professionisti si potrà applicare il regime di tassazione (più favorevole) del lavoro autonomo (e non quello, più penalizzante, dei soci). Su questa norma però ha acceso i fari il Mef che teme un aggravio di costi per l’Erario. Anche tutte le altre questioni fiscali, a partire dalla gestione separata, sono rinviate in autunno per essere affrontate con la manovra di bilancio.
Tra gli emendamenti che passeranno, con l’ok dell’esecutivo – salvo sorprese dell’ultima ora – c’è anche quello che estende, da gennaio 2017, anche ai padri il congedo parentale per un periodo massimo di sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino; e la delega a individuare gli atti e le funzioni pubbliche che potranno essere rimessi alle professioni ordinistiche, attraverso il riconoscimento del loro ruolo sussidiario, al fine di ridurre le attività (e i tempi) della Pa.
«Stiamo lavorando su emendamenti che affinano il testo licenziato dal Cdm, specificando diritti e ampliando alcune funzioni, anche per incrementare le prestazioni di welfare», spiega Maurizio Del Conte, consigliere giuridico di palazzo Chigi. Sulla stessa lunghezza d’onda, il relatore, Maurizio Sacconi: «Per i professionisti ci saranno più tutele nel mercato, e sul lavoro agile si fa più chiarezza». Qui in particolare si evidenzia che lo smart working si potrà attivare e sarà regolato solo da un accordo scritto tra le parti, aprendo a prestazioni lavorative per «fasi, cicli e obiettivi» senza vincoli di orario e di luogo.
Nello stesso accordo, poi, potranno trovare regolazione profili di sicurezza come il diritto alla disconnessione e al riposo, e all’apprendimento con la possibilità di accedere a periodiche certificazioni di conoscenze e abilità conseguite. Claudio Tucci