ITALIA OGGI
Si andrà in aula e poi si vedrà, dice Renzi sulla riforma che è all’esame del senato
Processo penale, tutto rinviato
Esclusa la fiducia dopo una settimana di stand by
Materia troppo «divisiva», tanti i distinguo all’interno dei gruppi parlamentari di maggioranza Pd e Ncd; e poi la bocciatura di Pier Camillo Davigo, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Ce n’è abbastanza, secondo il premier Matteo Renzi, che ieri ha dichiarato di essere «tendenzialmente» per escludere la fiducia (pur autorizzata dal consiglio dei ministri in notturna del 27 settembre) sulla riforma del processo penale all’esame del senato. Con buona pace del ministro della giustizia Andrea Orlando che era riuscito faticosamente a ottenere il via libera della commissione su un testo che considera «equilibrato» e innovativo su questioni importanti.
Ieri l’aula di palazzo Madama, tenuta in sostanziale stand by per una settimana in attesa di capire gli intendimenti del governo, alla luce dei fatti ha votato l’inversione dell’ordine del giorno (chiesta dal Pd) anteponendo al provvedimento la riforma del cinema. Se ne riparlerà martedì.
Il pallottoliere dei voti in senato preoccupa qualunque sia l’opzione parlamentare prescelta: la fiducia su un maxi emendamento; la fiducia sui singoli articoli ove necessario (prescrizione, intercettazioni, rapporto politica mafia); l’esame per via ordinaria con le 170 votazioni segrete. «Abbiamo fatto delle regole che secondo me sono buone, ma ci penso due volta a mettere la fiducia su atti in materia di giustizia che dovrebbero aiutare i magistrati e che però Davigo definisce dannosi e ingiusti», ha detto ieri mattina Renzi. «Si andrà in aula e poi si vedrà».
Ma nel pomeriggio gli ha risposto il ministro Angelino Alfano (Ncd): «Il testo così com’è noi lo votiamo. Con la fiducia non c’è nessun rischio: ho fatto un sondaggio nel mio gruppo». Claudia Morelli