LA STAMPA
Corruzione, più reati prescritti
Orlando: legge entro l`estate
Il ministro domani al Csm: il caso Morosini è istituzionale
Dom.8 – ROMA. Da una parte, il caso del membro togato del Consiglio superiore della magistratura, Piergiorgio Morosini, finito nella bufera per un`intervista a Il Foglio dal titolo «Perché Renzi va fermato», ma smentita dall`interessato, che continua a tenere banco e ad alimentare polemiche. «Lunedì vedrò il vicepresidente del Csm Legnini», annuncia il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. «Il problema non è legato a una mia valutazione dei fatti ma ha assunto una rilevanza istituzionale: riguarda il rapporto con un organo fondamentale come il Csm chiarisce il guardasigilli-.
Prima di valutazioni nel merito è doveroso questo passaggio». Poi c`è il nodo della riforma della prescrizione che, dopo lo stop del ministro dell`Interno Angelino Alfano e il non possumus dei verdiniani di Ala, dovrà attraversare
indenne il Vietnam del Senato per vedere la luce. Ma Orlando resta ottimista. «Mantengo questo orizzonte, credo che sia a portata di mano», assicura fiducioso nel via libera definitivo di Palazzo Madama entro l`estate.
Appello critico
Temi obbligati. Toccati a margine di un`insolita conferenza stampa convocata di sabato mattina per illustrare i dati del ministero sulla prescrizione e consegnati ad un dettagliato dossier curato dai tecnici di Via Arenula.
Numeri che fotografano, innanzitutto, una criticità relativa ai processi d`appello. In secondo grado, l`incidenza della prescrizione rispetto ai giudizi definiti ha raggiunto la preoccupante soglia del 23,46%. Maglia nera a Venezia, dove si prescrive quasi il 50% dei processi, seguita da Napoli (40%) e da Reggio Calabria (oltre il 30%). Trento e Bolzano, invece, entrambe con percentuali vicino allo zero, le più virtuose. Seguite da Palermo da altre due città del Sud: Lecce e Caltanissetta. «Non esiste quindi una questione meridionale né, tantomeno, un legame con i reati della criminalità organizzata», sottolinea Orlando.
Cassazione più virtuosa
Ma, in termini assoluti, il maggior numero di prescrizioni (il 58%), si registra nella fase delle indagini preliminari. Sebbene, sottolineano i tecnici del ministero, il dato non vada sopravvalutato: è il costo dell`obbligatorietà
dell`azione penale e, nella maggior parte dei casi, riguarda i reati meno gravi. Più preoccupante, invece, la situazione in appello, come detto, e nei Tribunali (dove l`incidenza è del 7,41%), dal momento che investe anche procedimenti di maggior delicatezza e complessità. Nei limiti della fisiologia, infine, il dato relativo alla Cassazione: l`incidenza della prescrizione è appena dell`1,74%.
Trend in saliscendi
Nel complesso, il trend decennale (fino al 2014) ha registrato una costante diminuzione, con un`inversione di tendenza, però, negli ultimi due anni.
Un cambio di direzione causato dagli «effetti delle modifiche legislative
introdotte nel 2005», spiega Orlando. Riferimento alla legge ex Cirielli.
Dal nome dell`omonimo deputato di An che firmò il testo originario, poi da lui stesso disconosciuto, e che ieri – piccola curiosità – ha espresso solidarietà a Morosini. «Credo che rispetto alle sue parole si stia montando un
caso senza precedenti».
Allarme corruzione
Quanto agli effetti della prescrizione sui singoli reati, preoccupa l`incidenza
su quelli contro la Pubblica amministrazione (a partire dalla corruzione) che, sebbene scesa dal 13,3% del 2013 al 12,5% del 2014 («Merito dell`innalzamento delle pene», spiega Orlando), resta al di sopra della media generale (9,5%). Come pure peri reati societari per i quali è addirittura aumentata, nello stesso biennio, dal 10,7% al 13,2%. Infine, un ultimo dato. «A parità di riferimenti normativi – conclude Orlando – i risultati sono molto
diversi». Ergo: «Le norme sono importanti ma non bastano». Va ripensata anche «l`organizzazione degli Uffici. ANTONIO PITONI