RIFORME GIUSTIZIA: Ferie tagliate, prescrizione contanti e pene ai corrotti ecco i nodi tra pm e governo (La Repubblica)

LA REPUBBLICA

Ferie tagliate, prescrizione contanti e pene ai corrotti
ecco i nodi tra pm e governo
L`aumento dei tempi per evitare la “morte” di un processo è il tema più
spinoso: la riforma è bloccata da più di un anno in commissione al Senato

lun.25 – ROMA. La più grave ferita già inferta? La nuova legge sulla responsabilità civile dei giudici. Tant`è che il neo presidente dell`Anm Pier Camillo Davigo chiede di rivedere il filtro ai ricorsi. L`offesa più pesante che
ancora avvelena il clima? Il taglio delle ferie, da 45 a 30 giorni, con quella battuta di Renzi sui giudici «fannulloni». L`occasione mancata? La legge contro la corruzione, dove, sempre citando Davigo e i suoi colleghi, le pene sono tuttora troppo basse e dove non c`è l`agente provocatore. L`errore più marchiano? Aver innalzato a 3mila euro il tetto del denaro contante, «un regalo agli evasori», secondo l`ex pm di Mani pulite.
IERI E OGGI
Per misurare la temperatura dei rapporti tra il governo e i magistrati ed elencare le richieste dell`Anm e i punti di frizione con il governo bisogna chiarire un equivoco. L`elenco delle doglianze contenute nel programma
della nuova Anm non contiene clamorose novità rispetto al passato. L`ex presidente Rodolfo Maria Sabelli (Unicost) e il segretario Maurizio Carbone
(Area) lo hanno ripetuto al Guardasigilli Andrea Orlando in decine di interviste. Anche loro non hanno mai incontrato Renzi. I toni erano più soft, ma la sostanza identica. Basta citare la prescrizione, il terreno di scontro più duro sia in passato che oggi.
LA PRESCRIZIONE
Il governo Renzi presenta il testo della riforma il 29 agosto 2014. Fa parte dei famosi 12 punti della giustizia che il premier illustra il 30 giugno. Lo stop
dell`Anm è netto. La delusione è evidente. Il progetto di fermare le lancette della prescrizione con la sentenza di primo grado, ma solo temporaneamente,
dando due anni di tempo in più per il processo di appello e un anno per quello in Cassazione, lascia i magistrati con l`amaro in bocca.
Sabelli lo dice subito, e propone la soluzione alternativa che tutti i colleghi condividono e che lo stesso Davigo sottoscrive: fermare definitivamente
la prescrizione quando lo Stato ha esercitato l`azione penale, cioè dopo il rinvio a giudizio. Da allora a oggi l`hanno ripetuto tutti i magistrati italiani, anche nelle audizioni alla Camera. Ma su questo i margini di trattativa sono stati del tutto inesistenti Tant`è che il 24 marzo 2015 la nuova prescrizione è passata così alla Camera.
CORROTTI “GRAZIATI`
La battaglia della prescrizione, dopo un anno di misterioso “sonno” al Senato, sta per riprendere. Ma i fronti sono sempre gli stessi. I magistrati fanno l`esempio della corruzione, il governo replica che la pena, proprio per quel reato, è aumentata di due anni. Le toghe ribattono che non basta, perché le corruzioni si scoprono tardi, e a quel punto il reato è prescritto.
Per giunta la legge, invece di migliorare, peggiora, perché raddoppio dei tempi per la corruzione ottenuto alla Camera dalla Pd Donatella Ferranti si oppone il partito di Alfano.
LE INTERCETTAZIONI
Tra toghe e governo c`è un solo punto di incontro. Le telefonate decisamente private, tipo famoso sms della Falchi, non vanno né messe nei provvedimenti, né pubblicate. Tant`è che i procuratori si sono mossi da soli proprio per prevenire un`eventuale legge e renderla inutile. Ma il governo insiste con la sua delega che impone nuove regole per decidere quali intercettazioni possano essere usate. Qui lo stop dei pm e dei gip è netto, perché sostengono che spetta solo a loro decidere cosa utilizzare e cosa no.
TRE MESI PER CHIUDERE
Neanche a farlo apposta, in un testo di quasi 40 articoli come il ddl sul processo penale, sembra condensarsi la summa degli scontri possibili. S`è detto di prescrizione, intercettazioni, corruzione, ma ecco un`altra mina vagante, la norma che vorrebbe imporre ai pm di esercitare l`azione penale o chiedere l`archiviazione non oltre tre mesi dopo la scadenza delle indagini preliminari. Ipotesi su cui la levata di scudi è stata totale.
ARRIVARE A SENTENZA
La dinamica conflittuale tra Renzi e i magistrati riguarda anche l’organizzazione complessiva della macchina giudiziaria. Quando il premier dice che vuole vedere sentenze rapide le toghe Sono pronte a un lungo elenco di lamentele. Tutte contenute nel nuovo programma dell’Anm votato appena due settimane fa. Innanzitutto i pochi magistrati. Tant’è che servirebbe «il ripristino del doppio concorso annuale per coprire gli enormi vuoti nell’organico della magistratura». Ma non basta. Perché poi c’è «l’imponente vuoto di organico del personale amministrativo». Né basta il trasferimento, pur fatto dal Guardasigilli Orlando, di personale dalle altre amministrazioni. Sotto sotto i giudici si lamentano che si tratta di gente non troppo preparata

I CARICHI DI LAVORO
I giudici li chiamano «carichi esigibili», sarebbe il carico di lavoro che ogni toga deve garantire. Ci hanno fatto pure un referendum a febbraio, in cui è andata a votare la metà della magistratura. I giudici sono convinti che se si attenessero a uno stretto mansionario la macchina della giusti2ia andrebbe a ramengo. Quindi sfidano il governo e propongono di stabilire i tetti di lavoro. LIANA MILELLA

Foto del profilo di Andrea Gentile

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