IL MESSAGGERO
Intercettazioni, pronta la stretta ispirata ai pm
IL RETROSCENA
mer. 26 – ROMA Sulla giustizia il governo vuole intervenire e risolvere i problemi spinosi in tempi rapidi. Evitando, però il più possibile le contrapposizioni. Per questo sui due nodi più delicati, intercettazioni e prescrizioni, molto peserà la mediazione affidata a Felice Casson, relatore
del disegno di legge delega sulla riforma del processo penale che sta lavorando ad alcune modifiche alla delega da far approvare in settimana in commissione.
LE INTERCETTAZIONI
È soprattutto sugli ascolti che ora si punta a mediare. Per evitare le accuse di un nuovo bavaglio pronto per i giornali odi possibili limiti alle indagini che sarebbero osteggiate anche dalle colombe della magistratura, l`idea sarebbe di riformulare la delega richiamando esplicitamente le circolari interne con le quali le procure di Torino, Roma e Napoli hanno già provveduto ad eliminare dagli atti depositati il materiale irrilevante per le indagini o sensibile dal punto di vista personale. L`audizione prevista proprio per domani davanti alla stessa commissione giustizia del Senato che dovrà licenziare il nuovo testo, di Armando Spataro, Giuseppe Pignatone e Giovanni Colangelo, servirà appunto per confrontarsi con i tre “autori”. Poi però sarà buttato giù il testo di
una nuova delega. «Dobbiamo definire meglio il come, ma la nuova proposta sarà più puntuale – anticipa Casson – credo sia importante riflettere anche sulla recente giurisprudenza della Corte europea di Strasburgo». Il riferimento è al fatto che negli ultimi anni in più di un`occasione, i giudici europei hanno condannato gli stati, in particolare Francia e Grecia, che avevano condannato giornalisti per violazione del segreto istruttorio,
ribadendo il diritto dei cronisti a raccontare fatti rilevanti e dei cittadini ad essere informati: «Dobbiamo evitare di correre rischi analoghi», sottolinea l`ex magistrato.
LA PRESCRIZIONE
Già definito l`intervento sulla data di scadenza dei processi. L`idea
del relatore pd Casson, anche se la discussione sul punto si concluderà
in questi giorni, è riassorbire all`interno della delega anche il testo sulla prescrizione approvato dalla Camera un anno fa e poi rimasto bloccato al Senato per lanetta contrarietà di Ncd. Nel merito, il contenuto dovrebbe essere lo stesso del 2015 (sospensione per due anni dopo la sentenza di condanna in primo grado e per un anno dopo la condanna in appello,
escludendo le assoluzioni) e quindi evitare la mediazione con Area
popolare. L`accorpamento però dovrebbe permettere più facilmente una forzatura sull`intero testo.
LE POLEMICHE
A riaccendere la discussione sui rapporti tra magistrati e politica, è stato lo stesso Matteo Renzi con un`intervista a Repubblica: «Una politica forte non ha paura di una magistratura forte. E finito il tempo della subalternità.», ha detto. Immediata la risposta di Pier Luigi Bersani: bisogna «abbassare il
tono delle parole e alzare quello dei fatti». E Pietro Grasso definisce «utile» il dibattito aperto da Davigo per accendere i riflettori sulle leggi ferme. Critico soprattutto con l`intervento del presidente dell`Anm, il presidente dell`Unione delle Camere Penali Italiane Beniamino Migliucci: «Il dottor Davigo dice all`opinione pubblica che i politici sono corrotti. Ma così si
mette all`angolo uno dei poteri dello Stato che deve usufruire delle sue prerogative costituzionali». Sara Menafra