IL MESSAGGERO
Prescrizione e intercettazioni
il premier conferma l`agenda
Palazzo Chigi continuerà a tenere toni bassi e a mandare avanti le riforme in Parlamento. La convinzione: «Alcuni pm fanno campagna contro il referendum? Per noi è un vantaggio»
IL RETROSCENA
Lun.9 – ROMA «Se i magistrati, specie alcuni, si mettono a fare campagna contro la riforma costituzionale per noi è un vantaggio». A palazzo Chigi non c`è voglia di scontro e la scarsissima fiducia degli elettori per i magistrati che fanno politica diventa, si sostiene, un vantaggio in vista del referendum. Difficilmente però nell`incontro di domani tra il Guardasigilli Orlando e il vicepresidente del Csm Legnini, si arriverà a prendere un provvedimento contro l`ex gip di Palermo Piergiorgio Morosini attuale componente del Csm per la componente di sinistra “Area”.
LINEA
L`azione disciplinare è nelle mani del ministro e Legnini che prima dell`incontro in via Arenula si recherà oggi dal Capo dello Stato che del Csm è il presidente. Contatti tra il Quirinale e palazzo dei Marescialli, sede del Csm, sono costanti e non esacerbare lo scontro è anche la linea del presidente
della Repubblica. Oltretutto le affermazioni contestate provengono da un membro del Csm, non da il leader di un sindacato come l`Anm, e la tensione rischia di innescare uno scontro tra istituzioni che si cerca di scongiurare.
Nella maggioranza si ragiona per evitare non solo che, dopo le polemiche, si approfondisca il solco ma soprattutto si tende a scongiurare che l`eventuale avvio di un`azione disciplinare nei confronti di un magistrato componente
del Csm ricompatti una categoria che per l`occasione si è abbondantemente spaccata. Probabilmente si prenderà quindi per buona la doppia smentita fatta da Morosini all`intervista rilasciata a “Il Foglio”. Le affermazioni verranno comunque condannate anche perchè la vicenda è servita a ribadire nuovamente i confini oltre i quali le toghe non dovrebbero andare.
Matteo Renzi, come confermano le parole pronunciate in serata
da Fabio Fazio, mantiene la sua linea. Ovvero rivendicare il primato della politica che non si fa condizionare da nessuno, tantomeno dalle toghe, e andrà avanti in Parlamento con le riforme in discussione a cominciare
dalla prescrizione e dalle intercettazioni.
Tornare al clima avvelenato che per vent`anni ha regolato il rapporto politica-magistratura è per Renzi l`obiettivo di una parte della magistratura. «Facciano le interviste che vogliono» ma «io non ci metto il naso» «nelle
vostre discussioni interne», sostiene Renzi che butta la palla nel campo dello toghe dopo aver ammesso – a scanso di equivoci – che «esiste una questione morale nel Pd» e che «abbiamo 50 mila amministratori locali e in troppi casi
le cose non girano».
RIMPIANTI
La vicenda Morosini viene quindi lasciata al confronto tra Csm, Quirinale e ministero della Giustizia, mentre non si arretra di un millimetro nella rivendicazione di una politica che in autonomia decide anche su, questioni che riguardano l`attività dei giudici. Renzi intende ripristinare il solco
che si è andato a riempire negli ultimi vent`anni anche grazie alla riforma costituzionale e alle riforme fatte dal governo in materia. Prima il taglio delle ferie ai magistrati, che non l`hanno ancora digerita, poi la responsabilità
civile e ora in Parlamento la riforma della prescrizione.
Ai giudici Renzi lascia il compito di fare le sentenze. Magari un po` più in fretta perchè – spiega – prendersela con la prescrizione non serve e otto anni per dichiarare assolti, e non corrotti, due amministratori locali di Firenze,
sono troppi. La sfida del presidente del Consiglio alle toghe va nel merito e capovolge il meccanismo che con Berlusconi-premier aveva alimentato il
circuito che ora in molti rimpiangono. «Ora nessuno parla più di Potenza – ricorda in tv – ma voglio i nomi e cognomi di chi è colpevole. Non mi troverete mai a differenza di altri a gridare al complotto o fare polemica contro i
magistrati». Marco Conti