IL MESSAGGERO
Prescrizione, Orlando: in 10 anni 1,5 milioni di processi in fumo
Ncd ribatte ai dati di via Arenula: quasi il 60% si prescrive in fase preliminare
Cantone: mai detto no all`allungamento dei tempi a condizione che sia ragionevole
I NUMERI
Sab. 7 – ROMA Quasi un milione e mezzo di processi andati in fumo in dieci anni, dal 2005 al 2014: è intervenuta la prescrizione e la soddisfazione
di un possibile diritto si è esaurita nelle lentezze della giustizia. Il ministro
Andrea Orlando presenterà un quadro dettagliato della situazione prima che in Commissione al Senato parta la battaglia degli emendamenti sul ddl di riforma del processo penale, che ora contiene prescrizione e intercettazioni
insieme. Proprio per dimostrare quando sia urgente un accordo politico sulla questione. Dati alla mano, infatti, il triste primato non `accenna a diminuire: nel primo semestre 2015, oltre 68mila processi – 68.098, secondo i dati della Direzione generale statistiche del Ministero della giustizia – si sono conclusi
con un nulla di fatto causa prescrizione. Nel 2014, erano 132.296. Un dato, dunque, che si mantiene costante. Ed è proprio da queste cifre così elevate che la politica dovrebbe partire per trovare una giusta soluzione.
LO SCONTRO
Infatti, nei primi sei mesi del 2015 sono state oltre 35 mila le cause sfociate in prescrizione di fronte al Gip. Se ne aggiungono più di 16 mila in tribunale, circa 12 mila in Corte d`appello, poco meno di 700 in Cassazione. Ma i numeri, si sa, dipende da come li leggi. Ncd, per esempio, che è su una linea distante da quella del Pd, probabilmente li userà per dire che quasi il 60 per
cento dei processi si prescrive in fase preliminare, di fronte al Gip, e
quindi che lì c`è qualcosa che non funziona. Enrico Costa, oggi ministro della Famiglia, fino a qualche tempo fa vice ministro della Giustizia, ha segnalato più volte il problema e non ha cambiato idea. Il Pd, invece, potrebbe usare quei numeri per sostenere che lo scorrere della prescrizione si deve fermare di due anni, in caso di condanna, dopo il primo grado, e di uno per arrivare a sentenza definitiva in Cassazione.
Uno schema che ora a Ncd non dispiacerebbe capovolgere, così da anticipare la fase più breve di stop.
Ma il vero versante di scontro è l`aumento dei termini di prescrizione per la corruzione, inserito alla Camera con un emendamento di Donatella Ferranti, Pd. Un terreno su cui ora, dopo il vertice di maggioranza al ministero con Orlando, si sono inseriti anche i verdiniani di Ala. Contesto politico nel quale sono state raccolte le dichiarazioni del presidente dell`Anticorruzione, Raffaele Cantone. Incontrando gli studenti ieri in Puglia, Cantone ha detto due cose: la prima, in sintonia con il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, e cioè che l`allungamento della prescrizione deve essere compatibile con una giusta durata del processo, e che lo «preoccupa» chi sostiene di bloccare la prescrizione dopo il rinvio a giudizio. La seconda, che sarebbero utili «misure organizzative negli uffici giudiziari per dare una corsia preferenziale ai processi per reati contro la Pa, per trattarli in tempi più rapidi, accertare i reati ed esporli meno al rischio prescrizione». Proposta valida e percorribile, ma non alternativa, osserva Ferranti. Ma il Cantone-pensiero fa breccia nel centro-destra. «Parole che confortano», dice Maurizio Lupi. Per Costa questa è «la chiave appropriata» per affrontare il tema.
LA REPLICA
Tanto che Cantone si smarca e precisa: «Non ho mai detto no all`allungamento della prescrizione, anzi sono favorevole, ma il termine deve essere ragionevole: e la corsia rapida ai processi per reati contro la Pa non è in contraddizione». In questo clima, non sarà facile al Senato disincagliare un testo che è fermo da oltre un anno. Cristiana Mangani