RIFORME: Il premier conferma la svolta garantista. Ma la riforma del processo penale è al palo (Il Messaggero)

IL MESSAGGERO

Il premier conferma la svolta garantista
Ma la riforma del processo penale è al palo

IL CASO
dom.28 – ROMA La sua generazione, quella di un premier che studiava giurisprudenza in piena Tangentopoli, era cresciuta con «l`idea che
tutti i politici fossero ladri e che un avviso di garanzia equivalesse a una condanna». Non è più così. E Matteo Renzi rivendica questo “merito” di «civiltà giuridica» a se stesso e al suo Pd. L`occasione è l`intervento alla scuola di formazione del partito. Racconta, Renzi, di aver ricevuto la sera prima la telefonata del senatore del Pd Salvatore Margiotta, appena assolto
in via definitiva dalle accuse di turbativa d`asta e corruzione per la costruzione in Basilicata del centro oli della Total. La Cassazione ha annullato la sua condanna in appello a un anno e sei mesi, dopo un calvario giudiziario
iniziato nel 2008 con l`inchiesta condotta dall`allora pm di Potenza Henry John Woodcock. Ecco, partendo dal caso emblematico del senatore potentino e arrivando a quello paradossale del deputato siciliano Francantonio
Genovese (finito in carcere con i voti dei suoi colleghi del Pd e poi passato in Forza Italia), Renzi chiarisce: «Troppo spesso negli ultimi anni è bastato un avviso di garanzia per decretare la condanna di una persona. Ma questa è
una stortura pazzesca e il merito del Pd è aver cambiato approccio».
Quel «ne vado fiero» è una chiosa che va letta, alla luce del recente passato ma anche di fatti che presto potrebbero verificarsi.
LE RIFORME
Che il clima sia cambiato è evidente da almeno un paio d`anni. La svolta “garantista” del Pd è andata di pari passo con il declino berlusconiano. Lo si è visto con i primi due provvedimenti della riforma della giustizia targata Renzi: la responsabilità civile dei magistrati e il taglio alle ferie delle “toghe”. Terreni di scontro con l`Anm che sembravano aver fatto tornare le lancette ai tempi in cui a palazzo Chigi c`era Berlusconi.
La diffidenza tutt`oggi permane, ma la “crisi” di due estati fa sembra superata. Il Guardasigilli Orlando ha portato a casa numerose riforme – la nuova anticorruzione, la custodia cautelare, la tenuità del fatto, la depenalizzazione dei reati minori, il nuovo falso in bilancio – ma almeno un paio, le più controverse, restano al palo: il processo penale (con la delega
al governo per rivedere le norme sulle intercettazioni) e la prescrizione
(Pd e Ndc restano divisi).
I NUOVI AVVISI
Chissà, il richiamo di Renzi alla svolta garantista potrebbe non essere
casuale. Considerare colui che riceve un avviso di garanzia come «un cittadino con tutti i diritti» può avere un significato pro futuro. Cosa accadrà mai se Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena, venisse indagato per bancarotta fraudolenta dopo la dichiarazione dello stato d`insolvenza di Banca Etruria? Le opposizioni, M5S in testa, chiederanno nuovamente le dimissioni del ministro? Il copione, d`altronde, è né più né meno che quello della mozione di sfiducia presentata nei confronti
del ministro dell`Interno Angelino Alfano, raggiunto l`altro giorno da un avviso di garanzia per abuso di ufficio nell`ambito dell`inchiesta sull`università Kore di Enna. Silvia Barocci

Foto del profilo di Andrea Gentile

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