IL GIORNALE
La riforma bipartisan: l’avvocato degli assolti dovrà pagarlo lo Stato
La campagna di Panorama sbarca al Senato: ddl per risarcire gli innocenti In 176 hanno firmato il testo. Finora l’indennizzo solo per ingiusta detenzione
Sei stato messo sotto accusa ingiustamente? Hai dovuto affrontare un processo e magari dopo anni ti sei sì ritrovato assolto, ma nel frattempo hai speso migliaia e migliaia di euro per far valere la tua innocenza in un’aula di giustizia? Finora la legge prevede un indennizzo – e pure quello è difficile ottenerlo – solo per chi è finito in galera.
Ma adesso un ddl, promosso dal senatore di Ap Gabriele Albertini, potrebbe sanare questo vuoto normativo, che fa dell’Italia un’anomalia visto che ben 32 Paesi europei, e anche gli Stati uniti, prevedono forme di risarcimento in caso di ingiusta imputazione. E l’iter potrebbe anche essere non troppo accidentato, visto che il testo di riforma, elaborato dall’ex sindaco di Milano, in un sol giorno ha raccolto ben 175 firme di altrettanti senatori. Un successo, e per di più bipartisan visto che la battaglia, trasversale, unisce tutto il panorama politico, da Forza Italia a Sel. Il ddl che, modificando l’articolo 530 del codice di procedura penale, vuol introdurre il pagamento delle spese legali da parte dello Stato per chi, accusato ingiustamente, si ritrovi assolto con formula piena, trae la sua origine da un’inchiesta del settimanale Panorama firmata da Maurizio Tortorella. È dei primi di febbraio la copertina del settimanale Sei innocente? Lo Stato deve pagarti l’avvocato. All’interno, un’articolata analisi di quello che indubbiamente è un vulnus della già malata giustizia italiana, visto che su circa 1,2 milioni di nuovi processi penali che vengono istruiti ogni anno oltre metà si chiude con un’assoluzione. Nell’articolo Tortorella cita un caso emblematico, quello di Raffaele Sollecito, imputato dell’omicidio di Meredith Kercher e alla fine assolto: spese legali monstre, 1,3 milioni. E anche casi meno noti, come quello del professionista accusato di bancarotta fraudolenta e assolto, che si è visto bocciare nel 2008, dalla Cassazione, la richiesta di essere risarcito: perché, appunto, la legge non prevede indennizzi per chi non va in galera, anche se l’inchiesta aveva rovinato la sua carriera professionale. A raccogliere la sfida lanciata da Panorama, il senatore Albertini. E il giornale in edicola oggi esulta: il ddl nato dalla campagna del settimanale ha avuto, in un sol giorno – lo scorso 3 marzo – ben 175 adesioni, 176 se si tiene conto anche del primo firmatario Albertini. Un’alleanza trasversale che va dal Pd alla Lega Nord, da Forza Italia a Sel. Un’adesione molto larga e assolutamente bipartisan. Unici assenti i Cinque stelle, che hanno chiesto di consultarsi tra loro prima di aderire. Un consenso larghissimo, ha firmato persino il senatore a vita Carlo Rubbia.Cosa prevede il ddl sull’ingiusta imputazione? In pratica si interviene sull’articolo 530 del codice di procedura penale, quello che regolamenta l’assoluzione dell’imputato. Al testo attuale il ddl propone di aggiungere: «Se il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, il giudice, nel pronunciare la sentenza, condanna lo Stato a rimborsare tutte le spese di giudizio, che sono contestualmente liquidate. Se ricorrono giusti motivi il giudice può compensare, parzialmente o per intero, le spese tra le parti. Nel caso di dolo o di colpa grave da parte del pubblico ministero che ha esercitato l’azione penale, lo Stato può rivalersi per il rimborso delle spese sullo stesso magistrato che ha esercitato l’azione penale». Nel dettaglio, hanno firmato il testo 56 senatori del Pd, 31 di Forza Italia, 23 di Ap, otto del Carroccio. E poi Sel, Fratelli d’Italia, insomma, tutti. Un buon inizio per una riforma necessaria e attesa da tanti innocenti ingiustamente processati. Mariateresa Conti