IL GIORNO
Strasburgo condanna l’Italia: padre ha ragione, violato diritto alla visita del figlio
Giorgioni si era rivolto a Strasburgo nel 2012 sostenendo che le autorità italiane avevano violato il suo diritto al rispetto della vita familiare
Bergamo, 15 settembre 2016 – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’Italia ha violato il diritto di Ezio Giorgioni, originario della provincia di Bergamo, a vedere suo figlio perché, nonostante numerose sentenze dei tribunali italiani che gli riconoscevano questo diritto, le autorità sono state incapaci per ben quattro anni di mettere in atto delle misure efficaci per assicurare che padre e figlio si incontrassero.
Giorgioni si era rivolto a Strasburgo nel 2012 sostenendo che le autorità italiane – della vicenda si era occupato il tribunale dei Minori di Brescia – avevano violato il suo diritto al rispetto della vita familiare permettendo alla sua ex compagna di rendere molto difficili o addirittura di impedire i suoi contatti con il figlio nato nel 2001, cinque anni prima che la coppia si separasse. I giudici di Strasburgo hanno dato ragione al padre, ma solo per il periodo che va dal 2006 al 2010, quando secondo loro, «le giurisdizioni interne non hanno preso le misure appropriate per creare le condizioni necessarie alla piena realizzazione del diritto di visita del padre».
La Corte di Strasburgo ha invece ritenuto che dopo il novembre 2010 le autorità competenti si siano mosse adeguatamente e «abbiano fatto gli sforzi che si possono ragionevolmente attendere da loro per garantire il rispetto del diritto alla vita familiare». Peccato che, in base a quanto risulta dagli atti della Corte, a partire dal 2010 sia stato il padre a gettare la spugna e rifiutare ogni contatto con il figlio.