SENTENZE: Escluse scriminanti culturali: via da casa il marito violento (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Tribunale di Milano. Ordinanza urgente
Escluse scriminanti culturali: via da casa il marito violento

Nel contesto familiare non possono essere tollerate compressioni dei diritti inalienabili della persona con la “giustificazione” di l ogiche culturali o sociali. Per il tribunale di Milano (ordinanza del presidente facente funzioni Giuseppe Buffone del 30 giugno 2016) anche un solo schiaffo del marito alla moglie, ove venga invocata la scriminante del fattore culturale é un intollerabile atto di violenza, che giustifica l’adozione del provvedimento di allontanamento dalla casa coniugale, con l’obbligo di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie. Al fine di affermare con chiarezza un principio interpretativo di assoluto rilievo, il giudice della famiglia ricorda come «ciò va chiarito al fine di escludere che una determinata consuetudine o determinati costumi culturali, possano condurre ad accettare pratiche violente, al fine di rispettare l’altrui patrimonio culturale o sociale» di più «l’integrazione culturale presuppone l’esaltazione dei diritti e non la loro rinuncia. Per tali ragioni il fattore culturale non ha alcuna valenza scriminante».
Nell’ordinanza si ricorda come la stessa «Costituzione italiana funge da “filtro” rispetto ad abitudini culturali che vogliano far ingresso nel Paese, nel senso di non tollerare e sopratutto ammettere quelle (abitudini) che violino i diritti fondamentali».
Nel caso esaminato, premettendo come la “fase presidenziale” della separazione assorba in se, la tutela che l’ordinamento appresta contro le violenze familiari «mediante l’estensione del fascio dei provvedimenti che il presidente può adottare» il Tribunale di Milano ha rilevato la concorrenza di tutte le condizioni, richieste dalla norma, per l’emissione dell’ordine di allontanamento, coordinato con l’ordine di non avvicinamento.
Si è riconosciuto come, nei fatti, il marito fosse «proclive ad atteggiamenti violenti, sia fisicamente che psicologicamente, senza cura del fatto che i figli possano assistere agli agiti aggressivi» e come tale condotta si fosse protratta nel tempo, con il requisito, quindi, della abitualità. In particolare il certificato del Pronto soccorso ha consentito di rilevare come fosse stato diagnosticato «un trauma al volto determinato da aggressione perpetrata dal marito ubriaco; in quella occasione la moglie ha raccontato agli operatori sanitari di esser stata aggredita al volto dal coniuge con schiaffi e quindi di esser stata inseguita dal marito con un coltello».
Con l’ordinanza urgente è stato stabilito l’immediato allontanamento del marito dalla casa familiare, delegando la Polizia Locale ad eseguire la disposizione in forma coattiva ta. Con il provvedimento è stato ordinato all’uomo di cessare, immediatamente, da ogni condotta violenta, prescrivendogli di «non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie».
Sono stati, infine, previsti sia un “contributo” per il mantenimento dei figli, sia una modalità “protetta” per gli incontri dei figli con il padre, delegando contestualmente i servizi sociali del comune competente, a dare assistenza ed a prendere in carico il nucleo familiare, disponendo la redazione di «brevi resoconti degli interventi, da trasmettere al giudice all’esito degli stessi».
Giorgio Vaccaro

Foto del profilo di Andrea Gentile

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