SENTENZE: Il giudice lumaca resta al palo (Italia Oggi Sette)

ITALIA OGGI SETTE

Il Tar Brescia sul caso di un magistrato che depositava in grave ritardo le sentenze
Il giudice lumaca resta al palo
È legittimo il non conferimento di incarichi direttivi

Lun.16- È legittima la decisione di non conferire incarichi direttivi e semidirettivi ad un magistrato motivata con riferimento al fatto che il giudice ha depositato con grave ritardo diverse sentenze. Lo ha confermato il Tar Lombardia – Brescia, Sez. I con l’ordinanza del 21 aprile 2016 n. 309. Nel caso in esame il Consiglio giudiziario presso la Corte d’appello di Brescia aveva espresso diversi pareri negativi per il conferimento di uffici direttivi e semidirettivi ad un giudice a causa del susseguirsi di ritardi nel deposito delle sue sentenze. Tale circostanza era emersa dai precedenti verbali del Consiglio giudiziario e riguardava il biennio precedente. Più precisamente risultava che 49 delle 81 minute redatte dal giudice erano state depositate nell’intervallo temporale tra i 181-365 giorni e 4 minute oltre l’anno. Il magistrato aveva comunque chiesto la sospensione dell’efficacia dei pareri negativi al fine di ottenere un remand nei confronti del Consiglio giudiziario, per la formulazione di una nuova valutazione.
Il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia, sezione staccata di Brescia (Sezione Prima), respinge la domanda cautelare.
Infatti, secondo il quadro normativo di riferimento (dlgs 160-2006 e successive circolari applicative) per il conferimento delle funzioni direttive e semidirettive assumono rilievo anche gli elementi desunti attraverso le valutazioni di professionalità del magistrato di cui all’art. 11 di detto decreto legislativo. La diligenza costituisce uno dei parametri di tali valutazioni e – ai sensi della lett. c) del comma 2 del citato art. 11 – la stessa diligenza è riferita, tra l’altro, «al rispetto dei termini per la redazione e il deposito di provvedimenti».
Ebbene, nel caso specifico risulta una accertata situazione storica nei ritardi e non solo. Risultano indette periodiche riunioni (cinque per l’esattezza) da parte della presidente della Corte d’appello, durante le quali sono state «monitorate le criticità relative ai ritardi nel deposito dei provvedimenti» del magistrato ricorrente e sono stati stabiliti dei piani di rientro che sono stati parzialmente rispettati.
Tali ritardi, secondo i giudici, hanno denotato una difficoltà di gestione del ruolo e di conciliazione della attività non strettamente «giudiziarie» con il ruolo ordinario che ben giustificano i pareri negativi espressi dal Consiglio giudiziario. Francesca De Nardi

Foto del profilo di Andrea Gentile

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