IL TEMPO
Richiamo ufficiale Solo Malta e Cipro fanno peggio. E il 60% dei cittadini non crede all`indipendenza dei magistrati
Processi lumaca l`unico record di Renzi
La Commissione Ue sulla giustizia civile italiana: troppi 500 giorni per arrivare a sentenza
L`Italia si conferma campione di lunghezza nei processi civili, anzi, questo
sembra l`unico vero record dell`era Renzi. Secondo il rapporto sulla giustizia
nell`Unione pubblicato ieri dalla Commissione europea, nel 2014 ci volevano
oltre 500 giorni per ottenere un giudizio di primo grado in un processo
civile e amministrativo. Solo a Malta e a Cipro ci vuole più tempo, mentre in
tutti gli altri paesi che hanno fornito i dati (una ventina: mancano solo quelli
di Belgio, Bulgaria, Irlanda e Regno Unito) la durata dei processi è decisamente inferiore e in una dozzina di paesi, fra cui la Germania, servono meno di 200 giorni.
Il dato italiano mostra un miglioramento rispetto a quello del 2013, quando
i giorni necessari per un giudizio superavano i 600, ma è peggiore rispetto
al primo rapporto de12010, quando erano sotto i 500. L`Italia è agli ultimi posti della classifica europea anche per quanto riguarda la percezione
sull`indipendenza dei magistrati: il 60% circa degli interpellati (cittadini e imprese) la considera «piuttosto o molto cattiva», mentre solo per il
25% è «piuttosto buona» e per l`1% «molto buona». In Italia, si sottolinea ancora nel rapporto, ci sono poco più di 10 giudici ogni 100 mila abitanti (al sestultimo posto) ma circa 375 avvocati (al terzo posto dopo Grecia e Lussemburgo). Il mese prossimo la Commissione pubblicherà le sue raccomandazioni specifiche per ogni Paese, che presumibilmente ribadiranno
nel caso dell`Italia la richiesta di fare ulteriori sforzi per accelerare i tempi
della giustizia civile.
Per Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia a Montecitorio, «gli apprezzamenti del commissario europeo alla Giustizia, Vera Jouro va, e il riconoscimento degli sforzi dell`Italia per migliorare l`efficienza del sistema giudiziario devono essere stimolo per portare a termine entro i prossimi mesi le tre fondamentali riforme strutturali sul processo penale e civile e sulla prescrizione già licenziate dalla Camera». E ancora: «Sono tutte riforme – dice l`esponente del Pd – che finalmente potranno allinearci agli standard europei in termini di qualità e prevedibilità di durata dei processi, riforme sulle quali ci siamo impegnati,
in sinergia con il governo, per diversi mesi. Si tratta ora di stringere i tempi e
accelerare un percorso, in parte anticipato da altri provvedimenti legislativi
già approvati, che ha già portato a buoni risultati per quanto riguarda l`abbattimento dell`arretrato».
La lentezza della giustizia in Italia, soprattutto di quella civile, è uno degli
elementi che frenano la crescita e rendono meno competitivo il nostro Paese
in Europa. È il pensiero espresso dal segretario della Cgil, Susanna Camusso,
commentando il rapporto della Commissione Europea secondo il quale
l`Italia è agli ultimi posti in Europa per la lunghezza dei processi civili. Lo
studio dell`Ue, ha premesso Camusso, «diciamo che non è una grande novità», nel senso che «il fatto che i tempi della giustizia nel nostro Paese siano molto lunghi, in particolare quelli della giustizia civile, è noto». Di sicuro, ha aggiunto a margine di un incontro al Palazzo di Giustizia di Milano sulla «Carta dei diritti universali del lavoro», «quando si discute con le aziende, una delle cose che ci dicono regolarmente è che l`incertezza giuridica del Paese è una delle ragioni che fa dubitare rispetto agli investimenti». Per cui, «una giustizia trasparente, efficace, di cui siano noti i tempi e che non abbia tempi biblici, è una delle componenti che permette di competere nel resto d`Europa e favorisce la crescita». Antonio Angeli