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«Il Tribunale sarà trasparente ma servono più aule penali»
Francesco Caruso si presenta alla stampa, ma si insedia ufficialmente a Bologna tra fine settembre e inizio ottobre. Arriva da Reggio Emilia, «dove ho chiesto di restare applicato fino alla fine del processo Aemilia», dice
BOLOGNA — Lavorare a Bologna «è un onore», ma «servono più spazi, in particolare più aule penali», e «più personale, anche alla luce del fatto che è previsto l’arrivo di sei nuovi magistrati». Nel presentarsi alla stampa, il nuovo presidente del Tribunale Francesco Caruso, che dovrebbe insediarsi ufficialmente tra la fine di settembre e i primi di ottobre, mette subito in chiaro le criticità del palazzo di giustizia del capoluogo emiliano, pur precisando di «non voler entrare nel dettaglio, visto che formalmente non sono ancora in carica». In ogni caso, il neo-presidente tiene a sottolineare che, sotto la sua guida, in Tribunale «ci sarà sempre trasparenza, perché l’opinione pubblica deve sapere cosa facciamo, e vogliamo che le informazioni che usciranno da qui siano corrette». Sul tema dell’edilizia, però, Caruso dice qualche parola in più, affermando che «sto studiando la questione: so che a Bologna ci sono in campo vari progetti, ad esempio l’idea di fare un “polo penale” in via D’Azeglio, e ora sta al ministero valutarli ed eventualmente dare il via libera alla loro realizzazione». Peraltro, precisa il neo-presidente, si tratta di problemi che non riguardano solo Bologna, ma molti Tribunali italiani, dove «ci sono tante cose da migliorare, e c’è anche il proposito di fare cambiamenti importanti, perché i processi sono tanti e a volte non si riesce a farli nei tempi previsti per mancanza di spazi e personale, e per altre ragioni». I magistrati, spiega Caruso, «fanno la loro parte, poi però intervengono altri fattori». Un’altra questione, che però potrebbe essere risolta con la creazione del nuovo `polo penale´, è la mancanza di un’aula bunker per i grandi processi come Aemilia, che però, fa notare il presidente, «è un caso straordinario, un processo molto grande e difficile da gestire», mentre nel quotidiano, aggiunge, «c’è più che altro bisogno di verità `rapide´». E restando al processo Aemilia, Caruso fa sapere di «aver chiesto di poter restare applicato a Reggio Emilia (di cui presiedeva il Tribunale prima del trasferimento a Bologna) fino alla fine del procedimento». (fonte Dire)