TRIBUNALI: «Più cause in Sud Italia per colpa dei disservizi» (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

FOCUS. GLI AVVOCATI
«Più cause in Sud Italia per colpa dei disservizi»

«Non è una questione caratteriale. Il maggior numero di ricorsi in Sud Italia dipende dal livello qualitativo della società e delle amministrazioni: i disservizi portano contenzioso». È questa la lettura di Vincenzo Ciraolo, presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, che, per spiegare la maggiore litigiosità del Meridione rispetto al Nord, fa l’esempio delle buche nelle strade. In tutt’Italia una parte consistente del contenzioso deriva dalle richieste di risarcimento danni per gli incidenti provocati dalle strade sconnesse: «Ma le condizioni delle strade al Sud – rileva – sono molto peggiori rispetto a quelle del Nord».
Se si guarda al totale dei nuovi procedimenti civili in tribunale, a Messina, come quasi ovunque, i ricorsi sono in diminuzione. Un calo provocato soprattutto, secondo Ciraolo, «dall’aumento eccessivo dei costi della giustizia: oggi per iniziare una causa di medio valore di fronte al giudice ordinario bisogna versare circa 2mila euro». Inoltre, «cresce la sfiducia nella giustizia: sia per i tempi, sia per la qualità dell’esito».
Anche secondo Mauro Vaglio, presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma, sono il contributo unificato, aumentato più volte negli ultimi anni, e, in generale, le spese elevate, combinate con le difficoltà economiche dovute alla crisi, ad allontanare i cittadini dai tribunali. E i sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, su cui puntano molto le ultime riforme per sgravare gli uffici giudiziari? «Sono strumenti validissimi – ragiona Vaglio – ma poco utilizzati perché bisogna essere in due per arrivare a una transazione. Invece i tempi lunghi e l’uso limitato della condanna alle spese agevolano i debitori che hanno poco interesse ad accordarsi: non pagare i debiti è un modo per avere una disponibilità economica».
Tra le poche aree in cui le nuove cause civili sono aumentate nel 2015 rispetto al 2013 c’è la provincia di Catanzaro. «In realtà – afferma Fabrizio Sigillò, componente del consiglio dell’Ordine degli avvocati del capoluogo – noi percepiamo un calo del contenzioso ordinario, con l’eccezione dei giudizi che beneficiano del patrocinio a spese dello Stato, che sono invece in crescita: molti sono ricorsi dei migranti per ottenere la protezione internazionale». L’area di Catanzaro è quella dove nel 2015 sono state avviate più liti rispetto agli abitanti: «Qui anche il numero degli avvocati è elevato», rileva Sigillò. In effetti in provincia i legali sono circa 10 ogni mille abitanti, come a Milano e tre volte i 3,5 avvocati ogni mille abitanti di Torino. «Ma la sproporzione è evidente non tanto rispetto ai cittadini – ragiona Sigillò – ma soprattutto rispetto al povero tessuto imprenditoriale».
La carenza di attività imprenditoriali, «molte spazzate via dalla crisi, senza che ne siano sorte di nuove», fa sì, secondo Carlo Morace, vicepresidente dell’Ordine degli avvocati di Reggio Calabria, che «la conflittualità sia perlopiù tra privati. Molte cause – continua Morace – riguardano rivendicazioni economiche legate a rapporti di lavoro». In generale, la domanda di giustizia a Reggio Calabria è diminuita, ma «il calo dei ricorsi – spiega il presidente dell’Ordine degli avvocati, Alberto Panuccio – passa in secondo piano rispetto alla gestione delle pendenze. La giurisdizione è inadeguata, anche perché i giudici del civile vengono destinati al penale, che qui è un’emergenza. Ma così il civile soffre: al momento i rinvii per udienza decisoria al 2018 sono la norma».

Foto del profilo di Andrea Gentile

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