TRIBUNALI: Tribunale in affanno, ci pensano gli avvocati: 43 mila euro per gli uffici (Corriere del Mezzogiorno – Bari)

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – Bari

Tribunale in affanno, ci pensano
gli avvocati: 43 mila euro per gli uffici
Computer e spese di personale: paga l’Ordine forense. Il flusso di risorse proveniente dagli avvocati è rimasto costante negli ultimi quattro anni

BARI. La macchina della giustizia non viaggia certo a velocità sostenuta; anzi a dirla tutta gli ingranaggi di un motore così delicato spesso appaiono piuttosto arrugginiti. Ma proprio per questo sorge spontanea e inevitabile la domanda su quale sarebbe il destino di migliaia di cause e udienze e faldoni senza il contributo volontario degli avvocati di Bari. I quali svolgono un ruolo decisivo quanto oscuro, visto che non è sbandierato ai quattro venti. Al punto che non tutte le toghe ne sono in effetti a conoscenza.Fatto sta che proprio il trasferimento di fondi dall’Ordine forense consente di regalare una salutare boccata d’ossigeno a palazzo di giustizia. Nell’interesse di tutti: degli avvocati come dei magistrati, dei cancellieri come degli impiegati, insomma di chiunque svolga un determinato ruolo in Tribunale, dal vertice della piramide giudiziaria fino alle migliaia di cittadini che confidano in risposte più veloci e quindi più certe.
Spulciando i dati del consiglio dell’Ordine viene fuori che per il 2015 sono stati trasferiti 42.777 euro per l’amministrazione della giustizia: non sarà un’enormità rispetto alle esigenze che spuntano quotidianamente in un apparato che in buona parte – considerate le strutture fatiscenti – andrebbe riformato da capo a piedi, ma in ogni caso sono risorse importanti. Che vengono impiegate su diversi fronti: consentono ad esempio di coprire le spese dei collaboratori che svolgono un compito tutt’altro che secondario negli uffici travolti da un fiume di carte. Ma non è tutto. Perché con quei soldi vengono anche comprati computer e altri strumenti utili per smaltire gli enormi carichi di lavoro. E sempre quelle risorse forniscono la copertura assicurativa per i volontari. Vale a dire quanti prestano effettivamente servizio nei corridoi del palazzo di giustizia senza ricevere un euro e per legge necessitano di assicurazione. È il caso ad esempio del personale in pensione delle forze dell’ordine che accetta di continuare a lavorare in modo gratuito pur di dare una mano.
Il flusso di risorse proveniente dagli avvocati è rimasto costante negli ultimi quattro anni. Fatti i conti circa 160 mila euro o poco più sono stati utilizzati per l’amministrazione della giustizia. «È un contributo che eroghiamo volentieri – dice il presidente dell’Ordine Giovanni Stefanì – perché in questo modo cerchiamo di fare qualcosa di concreto per alleviare l’emergenza con cui da tempo convive l’apparato giustizia; certo, questo non vuol dire che per gli avvocati baresi sia semplice e non comporti sacrifici privarci di queste risorse; al contrario, non è una passeggiata: ma lo facciamo per il bene dei cittadini e perché non possiamo abbandonare il sistema giustizia. Indubbiamente – sottolinea il presidente dell’Ordine di Bari – ne traggono vantaggi anche gli avvocati che ogni giorno sono chiamati a lavorare in quegli uffici, ma ala base c’è una decisione a favore della collettività considerato tra l’altro che il contributo è assolutamente volontario». Un particolare non proprio trascurabile. Che assume grande rilevanza nell’analisi di questo principio di sussidiarietà che consente allo Stato di tirare il fiato dinanzi all’emergenza. Perché se il ministero stringe i cordoni della borsa e se il governo non riesce a fronteggiare i problemi provocati da mezzi inadeguati e da una cronica carenza di organico, gli avvocati intervengono in modo concreto per quanto possibile. Il tutto ovviamente di concerto con i responsabili degli uffici giudiziari.
E così un bel po’ di fondi provenienti dall’Ordine può essere utilizzato per licenze software e computer da usare magari per il processo telematico, senza contare altri acquisti come mobili, impianti di videoconferenza indispensabili in determinate circostanze. Insomma, dietro le spese affrontate per assicurare il quotidiano funzionamento degli uffici, ma anche dietro progetti innovativi e proposte provenienti da Roma c’è in realtà il contributo diretto degli avvocati. Un soccorso togato divenuto ormai necessario considerata la situazione di emergenza che si vive a palazzo di giustizia. Dove in realtà ci si attende una svolta epocale. «Aspettiamo da tempo – spiega ancora Stefanì – che venga realizzato l’accorpamento degli uffici giudiziari, un intervento che potrebbe snellire il lavoro in Tribunale». Nel frattempo gli avvocati vanno avanti. E continuano a pagare al posto dello Stato. Bepi Castellaneta

Foto del profilo di Andrea Gentile

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