TRIBUNALI: Tribunali soppressi a Modica e Pinerolo, scandali a norma di legge (Corriere Quotidiano)

CORRIERE QUOTIDIANO

 

Tribunali soppressi a Modica e Pinerolo, scandali a norma di legge

Casi analoghi ad Alba, Bassano del Grappa e Avezzano per la pessima riforma voluta dall’ex ministra Annamaria Cancellieri

 

 

Uno scandalo “a norma di legge”. E’ quello dei cosìddetti Tribunali minori scomparsi in Italia per la riforma voluta dall’ex ministra Annamaria Cancellieri e accorpati a quelli con sede nei capoluoghi di provincia. Lo scopo era quello di risparmiare e di migliorare il sistema giustizia a favore del cittadino. Il risultato, fino a questo momento, si è rivelato fallimentare. Sia sul piano della spending rewiew, sia su quello dei servizi offerti. Con l’ennesimo sperpero di soldi pubblici. Fra i casi più clamorosi quelli di Pinerolo e Modica. Nel comune piemontese il Tribunale è stato chiuso pochi mesi dopo la ristrutturazione del Palazzo di giustizia, costata oltre settecentomila euro. Casi analoghi ad Alba, Bassano del Grappa, Avezzano. Lo Stato conta di risparmiare 80 milioni di euro con la chiusura del piccoli Tribunali (che servono, però, territori omogenei socialmente e culturalmente) ma “manda al macero” immobili del valore di decine di milioni di euro.

IL CASO DEL TRIBUNALE DI MODICA

Eclatante il caso del Tribunale di Modica ospitato in un immobile costato al Ministero dieci milioni e 200.000 euro, dotato di tutte le condizioni di sicurezza (è un edificio antisismico) e tecnologicamente attrezzato per ospitare aule giudiziarie e uffici. La ministra lo ha eliminato con un tratto di penna. Risultato: cento dipendenti e gli arredi ammassati nel Palazzo di giustizia di Ragusa dove il personale è stato costretto a lavorare, per oltre un anno, in locali realizzati con pareti in cartongesso, della grandezza di uno sgabuzzino, con i fascicoli giudiziari ammassati nei corridoi e sulle scale: un pericolo in caso di calamità quando bisogna utilizzare le vie di fuga se si considera che il territorio è ad alto rischio sismico. A nulla sono valse le denunce degli avvocati per verificare le condizioni di sicurezza: nessun controllo è stato effettuato malgrado una segnalazione al Ministero della Giustizia inviata il 3 ottobre del 2013 dal presidente del Tribunale di Ragusa, Giuseppe Tamburini, e dal procuratore, Carmelo Petralia: l’immobile presenta criticità strutturali e logistiche. Perchè nessuno è intervenuto per fare rispettare le regole in un luogo dove si condanna e si assolve in nome della legge? Perché Tamburini e Petralia hanno consentito che decine di persone lavorassero senza avere le garanzie di sicurezza che la legge prescrive e pretende, ad esempio, nelle aziende private? Ci sono state omissioni nei comportamenti di chi avrebbe dovuto vigilare?

DOVE STA IL RISPARMIO?

Ma c’è di più. Per sistemare in maniera dignitosa i cento dipendenti provenienti da Modica e quelli trasferiti dalla sezione staccata di Vittoria (anche qui è stato svuotato un immobile nuovo, antisismico e costruito dallo Stato per ospitare uffici giudiziari) si sono dovute affrontare notevoli spese per ristrutturare parte di un palazzo, in piazza San Giovanni, a Ragusa: costo dell’operazione, oltre un milione di euro. Senza contare le altre spese, affrontate e da affrontare, per affittare nuovi locali. E’ forse questo il risparmio? Perché non si è presa in considerazione la soluzione del Tribunale unico Modica-Ragusa, lasciando in funzione il Palazzo di giustizia di Modica? Eppure, il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, nel febbraio 2014, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati del Foro modicano, aveva autorizzato il funzionamento del Tribunale di Modica “senza i limiti originariamente apposti dal Ministero”. Una ordinanza, quella del Cga, che è rimasta lettera morta in quanto il presidente del Tribunale di Ragusa non l’ha mai applicata né fatta applicare.

LA CLAUSOLA DI INVARIANZA FINANZIARIA

Normative violate? Stando alla lettera della legge, sì. Costi maggiori? Certamente sì. E il risparmio invocato dalla spending rewiew? Solo sulla carta! C’è anche questo nella riforma degli uffici giudiziari in Italia voluta dall’ex ministra Annamaria Cancellieri. La soppressione dei cosìddetti tribunali minori (accorpati a quelli con sede nei capoluoghi di provincia) aveva lo scopo di ridurre i costi e di migliorare il sistema-giustizia. Nella maggior parte dei casi non è stato così, né in relazione al risparmio, né per il miglioramento del servizio. Moltissimi Tribunali accorpanti si sono ritrovati, infatti, con una mole di lavoro inconsueta, magistrati incompatibili per il trasferimento nei nuovi uffici di procedimenti penali pendenti davanti ai Tribunali soppressi o davanti alle sezioni staccate, centinaia di processi a rischio prescrizione. Per quanto riguarda i costi, invece, in molti parlano addirittura di violazioni di legge. Nel decreto sulla spending rewiew,, infatti, è espressamente prevista la “clausola di invarianza finanziaria”: l’accorpamento di un Tribunale ad un altro non deve comportare costi in più per la collettività. Tutto ciò è accaduto solo raramente e le violazioni della clausola di invarianza si possono riscontrare da Nord a Sud.

LA STORIA E LA LOGICA OFFESE

Il Tribunale di Modica, istituito nel 1361, annesso d’autorità a quello di Ragusa (data di nascita 1928) senza tenere conto delle condizioni sociali ed economiche e di un presidio di legalità in un territorio che vive, giornalmente, l’emergenza immigrazione con centinaia di profughi che sbarcano al porto di Pozzallo. Una soppressione, quella del Tribunale di Modica, che danneggia anche il tessuto economico di un comprensorio (Modica, Ispica, Scicli e Pozzallo) per l’indotto che viene a mancare attorno ad una istituzione così importante. Al Tribunale di Modica, infatti, si contavano oltre quattromila accessi settimanali connessi all’attività del Tribunale relativa ai quattro comuni ricadenti nella giurisdizione. La battaglia per salvare il Tribunale modicano è stata condotta da un Comitato formato da avvocati, rappresentanti sindacali, enti, associazioni. Una battaglia che si è rivelata inutile malgrado sia stata portata avanti nel solco della legge e, soprattutto, della logica: per difendere una istituzione senza volerne eliminare un’altra; per risparmiare sui costi che ricadono sulla collettività, come recitano le norme contenute nella spending rewiew; per mantenere un presidio di legalità nel territorio; per evitare facili strumentalizzazioni e odiosi sospetti di interessata collaborazione tra il potere giudiziario e quello politico a Ragusa; strumentalizzazioni che potrebbero essere fomentate dalle troppe dichiarazioni pubbliche univoche che hanno visto sulla stessa linea (anche a proposito di spese da affrontare per nuovi locali al servizio del Tribunale ibleo) il sindaco “pentastellato” di Ragusa, Federico Piccitto e il presidente del Tribunale, Tamburini. E che dire, infine, del fascicolo aperto dalla Procura ragusana a carico di alcuni componenti del Comitato a difesa del Tribunale di Modica, interrogati dalla Digos come presunti fomentatori di manifestazioni contro l’ordine pubblico?

LA LEGGE DEI NUMERI

E la bilancia pende ancora dalla parte della logica se si parla di numeri. Il Palazzo di giustizia di Modica, infatti, è un edificio modernissimo, antisismico, inaugurato nel 2004, costato al Ministero della Giustizia dieci milioni e 200.000 euro. L’immobile si trova a soli 15 chilometri da Ragusa, in un’area commerciale e baricentrica del territorio ibleo ed è dotato di tutte le caratteristiche necessarie per soddisfare le esigenze di utenti, dipendenti, magistrati, forze dell’ordine: si estende su un’area di 8.800 metri quadrati con un parcheggio esterno di circa settemila metri quadrati, per complessivi quattro piani, oltre ad un piano cantinato destinato ad accessi e parcheggi per magistrati e personale, accesso per i detenuti, archivi e sala controllo dei sistemi di sicurezza. Perché non utilizzarlo allo scopo per cui è stato realizzato, istituendo, ad esempio, il Tribunale unico Modica-Ragusa invece di spendere centinaia di migliaia di euro per affittare nuovi locali? Il Comitato a difesa del Tribunale di Modica ha chiesto più volte una visita della commissione che si occupa della riforma della Giustizia e di quella degli uffici giudiziari. Anche questa richiesta è rimasta lettera morta rafforzando la convinzione che molti provvedimenti della spending rewiew siano stati adottati senza tener conto delle realtà locali (molte delle quali funzionanti) con la conseguenza di aumentare le spese e, soprattutto, i disagi per i cittadini.

L’ASSENZA DELLA POLITICA

In tutta la vicenda fa rumore il silenzio di quei rappresentanti politici che avrebbero dovuto difendere una istituzione prestigiosa ma, soprattutto, i diritti della collettività ad avere un servizio efficiente e moderno. Poco o nulla è stato fatto. Solo qualche “sussurro” e qualche fugace colloquio con il Ministero della Giustizia utile, nella quasi totalità dei casi, a stilare comunicati stampa con le solite, vacue promesse. Patetici capitoli di una storia costellata di illusioni e di insipienza. Una storia che testimonia, ancora una volta, sperpero di denaro pubblico a danno della collettività e che autorizza a catalogare la vicenda della soppressione del Tribunale di Modica come uno “scandalo a norma di legge”. Proprio dove si amministra la giustizia in nome del popolo italiano. Concetto Iozzia

 

 

Foto del profilo di admin-oua

admin-oua