UFFICI GIUDIZIARI: Carenza di organico, la svolta: a Brescia ecco 14 nuovi magistrati (Il Corriere della Sera – Brescia)

IL CORRIERE DELLA SERA – Brescia

Carenza di organico, la svolta:
a Brescia ecco 14 nuovi magistrati
Dopo 155 anni il ministero ridisegna la pianta organica di tribunale e procura L’iter: il progetto al Csm, ma i concorsi sono bloccati e non è detto che ci saranno richieste

Ci sono voluti 155 anni. Quasi quanti gli appelli sempre più accorati – e arrabbiati – affinché la situazione si sbloccasse. Ci siamo. Roma tende la mano e ridisegna la pianta organica degli uffici giudiziari di primo grado. A Brescia, ma anche Venezia e Bologna, perché è in questi tre distretti che il ministero della Giustizia ha deciso di concentrare di più il potenziamento dei magistrati. Requirenti e giudicanti.
I numeri, nero su bianco, il ministro Andrea Orlando li ha inviati nelle ultime ore all’indirizzo del Csm.
Oggetto: «Progetto per la rideterminazione delle piante organiche del personale di magistratura degli uffici giudiziari di primo grado». Che a Brescia prevede un incremento di 14 magistrati. Nel dettaglio si tratta di 4 sostituti in procura: si passa quindi dai 24 previsti ora a 28, anche se al terzo e quarto piano del palazzo di via Gambara si dovrà fare i conti anche con i 9 pm che entro ottobre saranno trasferiti in altra sede, lasciando pressoché scoperti settori cruciali quali l’antiterrorismo e il contrasto ai reati ambientali. Ben 10 giudici, invece, dovrebbero arrivare in tribunale, passando da 61 a 71 unità in servizio. Non poco. Incrementi sostanziali sono previsti anche nelle altre sedi distrettuali: 6 magistrati in più a Bergamo (5 in tribunale e 1 in procura), 3 a Mantova, 2 a Cremona. Attenzione però: i trasferimenti non saranno scontati e non dimentichiamo che i concorsi restano bloccati.

Obiettivo: restituire efficienza al sistema giustizia, anche grazie al rafforzamento – non più procrastinabile – di chi ci lavora. Insomma, «riequilibrare e ridefinire» l’organico per distribuire in maniera ottimale le risorse disponibili, anche in una prospettiva di razionalizzazione. Il progetto – spiegano dal ministero – si inserisce in una serie di interventi che riguardano misure di carattere normativo ma anche di innovazione organizzativa. Determinante, in questo quadro, la necessità di dare «adeguata risposta» alla domanda di giustizia da parte di aree in cui sorgono «i tessuti produttivi più forti d’Italia» che quindi vanno sostenuti nei processi di crescita, oltre a «specifiche esigenze di presidio del ruolo della giurisdizione: nei territori caratterizzati da endemici e pervasivi fenomeni di criminalità organizzata o dove siano maggiormente avvertite specifiche esigenze di salvaguardia e promozione di coesione sociale».
In sintesi: a pesare sulle scelte di Roma sono (anche) densità di imprese e incidenza del crimine organizzato. Aspetti che da tempo si inseriscono negli appelli del procuratore generale Pierluigi Maria Dell’Osso, del neopresidente della Corte d’appello Claudio Castelli – e di Graziana Campanato che l’ha preceduto – oltre che dei vertici del tribunale e dei referenti dell’Associazione nazionale magistrati: è di un mese fa la comunicazione scritta alla giunta nazionale sulla «carenza cronica e non più sopportabile» del personale amministrativo. Altro nodo cruciale, perché se non c’è chi le sentenze e gli atti li notifica rischiamo di essere punto a capo. Brescia, lo ricordiamo, conta una scopertura di funzionari e cancellieri di oltre il 23%.
Il progetto di riqualificazione delle piante organiche si rivolge a tutti i 136 tribunali e procure previste dalla nuova geografia giudiziaria.
L’auspicio: placare e soddisfare la domanda di giustizia e rimpolpare le sedi in base alla loro dimensione. Quindi alle sopravvenienze dei flussi di lavoro come parametro preponderante: stando ai numeri snocciolati all’inaugurazione dell’anno giudiziario, «con sforzi immani» si è persino riusciti a ridurre le pendenze: -9% in procura, -42% per le cause trattate da gip e gup. Fu allora che un rappresentante del ministero promise: «Ogni questione sarà attentamente esaminata». Le risposte sono arrivate. Anche se ci sono voluti 155 anni. Mara Rodella

Foto del profilo di Andrea Gentile

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