IL MATTINO
La denuncia
Disastro Giustizia
Orlando: a Napoli ispettori al lavoro
La missione del Csm: 50mila le sentenze da eseguire, 12mila persone da arrestare
sab. 18 – Sentenze non eseguite, il ministro avvia accertamenti. Per la seconda
volta in poche settimane, Napoli torna al centro dell`attenzione ministeriale.
Questa volta non per una visita ordinaria, ma per una mission esplicita: verificare i motivi dell`accumulo di sentenze non eseguite. È stato il ministro di giustizia Andrea Orlando ad attivare gli accertamenti dell`ufficio ispettorato di via Arenula sull`ultimo blackout del sistema giudiziario a Napoli. Ed è immediata la risposta del consigliere Antonello Ardituro, fino a due anni fa pm anticamorra a Napoli: «Accertamenti inutili, l`ispezione c` è stata da poco e la causa di certi ritardi è chiara: la mancanza di personale amministrativo».
Si infiamma il caso Napoli. È la storia delle sentenze non messe in esecuzione,
delle montagne di processi diventati definitivi che restano materia virtuale.
Numeri da capogiro ha confermato ieri il vicepresidente del Csm Giovanni
Legnini, al termine di una missione negli uffici del Centro direzionale e
della trasferta a Napoli nord: «Nel distretto di Napoli – ha spiegato Legnini
– restano ineseguite attualmente 50mila sentenze definitive, 30mila delle quali di condanna e 20mila di assoluzione». Un imbuto, quello dell`esecuzione, che vanifica gli sforzi fatti da forze dell`ordine e magistrati (ma anche del personale amministrativo), che mantiene impunito chi è stato condannato e tiene invece in apnea chi è stato assolto ma non può sfruttare la propria condizione di cittadino «non colpevole».
E non è da sottovalutare che ben «dodicimila delle sentenze definitive
non eseguite riguardano persone da arrestare, condannati che dovrebbero essere tradotti in cella o bloccati agli arresti domiciliari». Poi c`è l`aspetto patrimoniale, come ha spiegato ieri il procuratore generale Luigi Riello:
«Alla mancanza di provvedimenti restrittivi, dunque, va segnalata anche la
mancanza di sequestri e incassi in favore dello Stato: Napoli è un`emergenza
nazionale, ma faremmo volentieri a meno di avere questo triste primato,
anche alla luce dello straordinario lavoro compiuto da forze di polizia, personale amministrativo e magistratura».
Ma come nasce il nuovo caso Napoli? È il presidente di Corte di appello Giuseppe De Carolis ad aver sollevato il problema, nei mesi immediatamente
successivi il suo insediamento al dodicesimo piano della Torre: «Ho sollevato un caso, quello delle esecuzioni penali, che non compariva mai. Era un dato sommerso che non veniva mai affrontato, neppure durante l`inaugurazione
dell`anno giudiziario, un dato rimasto sommerso che non potevo non affrontare». Ma emergenza chiama emergenza, come ha spiegato il consigliere Csm Lucio Aschettino: «Mi ha colpito l`intervento del procuratore di Napoli Giovanni Colangelo: abbiamo appreso che gli archivi della Procura di Napoli sono in Umbria e di qui a poco, la Procura avrà bisogno di oltre 10mila metri lineari sul nostro territorio per colmare le esigenze di organizzazione di un archivio. La carenza di risorse vanifica l`alta produttività del sistema giustizia in questo distretto».
Spiega invece il consigliere Francesco Cananzi, fino a due anni fa gip
nel Tribunale di Napoli: «Qui i magistrati fanno e faranno sempre la loro parte, all`insegna della professionalità e della produttività, come emerge dai dati su arresti e sequestri.
Resta la questione del personale amministrativo e dei vuoti di organico
su cui si attendono risposte, anche alla luce del fatto che da qualche
anno Napoli non era proprio al centro dell` agenda nazionale». Vuoti
di organico dunque, qual è il buco al momento? «Siamo in una forbice
che oscilla tra il 20 e il 40 per cento – spiega Ardituro – e va ricordato che
anche a regime, comunque il carico di lavoro qui a Napoli è più alto rispetto
a qualsiasi altro distretto italiano». Leandro Del Gaudio