IL DUBBIO
Giustizia: intesa Csm-Orlando sugli organici, ma c’è l’ombra referendum
È stata approvata in plenum, alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando, la delibera sulla revisione delle piante organiche degli uffici giudiziari. Il documento, al quale avevano lavorato il presidente della settima commissione Claudio Galoppi e il togato Francesco Cananzi, segna una svolta importante nei rapporti fra l’esecutivo ed il Csm. In particolar modo, va riconosciuto al guardasigilli il positivo dialogo con l’organo di autogoverno delle toghe su un tema di grande interesse.
Lo scorso luglio, come si ricorderà, Orlando aveva inviato al Csm uno schema di decreto ministeriale relativo alla determinazione delle piante organiche degli uffici giudicanti e requirenti di primo grado, conseguente alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie del 2012. La settima commissione aveva, quindi, proceduto all’esame della proposta, interessando i Consigli giudiziari in modo da acquisire ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. È noto come la questione della revisione delle piante organiche sia stata posta fin da subito all’ordine del giorno dell’attuale consiliatura.
Il Csm aveva sensibilizzato gli uffici ministeriali sui profili da tenere in considerazione nell’elaborazione della nuova pianta organica, offrendo la maggiore conoscenza della realtà dei singoli uffici. I criteri ministeriali, condivisi poi dal Csm, sono stati: bacino d’utenza, carichi di lavoro, rapporto tra popolazione residente e magistrati, valutazione del dato relativo alle sopravvenienze, turn over, adeguatezza del personale amministrativo. Si è quindi accertato, su base nazionale, come il 55% del personale fosse assegnato al settore civile, il 45% al settore penale. Con alcune differenze: il Tribunale di Bolzano ha la più alta percentuale di magistrati assegnati al settore civile, pari al 76,9%, il Tribunale di Reggio Calabria di quelli al settore penale, nella misura del 60%.
In base agli elementi raccolti, nel parere approvato ieri in plenum sotto forma di delibera emerge solo una parziale divergenza del Csm con il progetto ministeriale che privilegia gli uffici del Nord. Anzi, le integrazioni proposte dal Consiglio consentono di effettuare un riequilibrio sostanziale tra tutte le aree del territorio nazionale. In specie, degli uffici metropolitani, degli uffici di più ridotte dimensioni, delle aree geografiche dell’Italia centrale caratterizzate dalla maggiore incidenza delle pendenze, e degli uffici del Sud, in considerazione della presenza della criminalità organizzata.
Il progetto di revisione sarà a monitoraggio periodico triennale di efficacia dell’intervento effettuato. Durante la discussione, il laico Pierantonio Zanettin, complimentandosi per il lavoro svolto, ha però paventato il rischio che questa revisione resti in un cassetto. “Il rischio è legato alla durata dell’esecutivo Renzi. La speranza è che l’incertezza che caratterizza l’attuale quadro politico, non abbia come effetto di far fare a questo lavoro la stessa fine della proposta Birritteri nella scorsa legislatura”. Come ribadito anche dal vicepresidente Giovanni Legnini, Zanettin ha auspicato che “all’aumento tabellare degli organici segua immediatamente un aumento dei magistrati in servizio effettivo, altrimenti la conseguenza sarà che l’attuale scopertura nazionale del 12 per cento si eleverà inevitabilmente al 14 o al 15 per cento, senza un tangibile effetto a vantaggio degli utenti del sistema Giustizia”.