UFFICI GIUDIZIARI: Napoli, giustizia nel caos: 50mila sentenze ineseguite e 12mila condannati liberi, intervengono ministro e Csm (La Repubblica – Napoli)

LA REPUBBLICA – Napoli

Napoli, giustizia nel caos: 50mila sentenze ineseguite e 12mila condannati liberi, intervengono ministro e Csm
Ci sono 50 mila verdetti negli scaffali e 12 mila persone da arrestare. I giudici: “La causa è la carenza di impiegati”

sab. 18 – “ABBIAMO un numero abnorme di sentenze non eseguite. Un dato grave, che incide sia sulla sicurezza, perché ci sono persone che dovrebbero essere arrestate e non lo sono, sia sul piano economico “. Il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini legge la documentazione predisposta dal presidente della Corte d’Appello Giuseppe De Carolis e scuote il capo: il caso, anticipato da “Repubblica”, dei 50 mila verdetti divenuti irrevocabili ma tuttora fermi negli scaffali per mancanza di personale amministrativo piomba sul tavolo dell’incontro tra i capi degli uffici giudiziari napoletani e la delegazione dell’organo di autogoverno dei magistrati, composta da Legnini e dai consiglieri Antonello Ardituro, Lucio Aschettino e Francesco Cananzi. Si muove anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che fa sapere di aver chiesto all’ispettorato di via Arenula “di svolgere accertamenti per individuare tutte le cause che, nel distretto di Napoli, hanno generato il problema di decine di migliaia di sentenze ineseguite”.

Il resoconto parla di 30 mila sentenze di condanna non impugnate dopo il giudizio di appello e dunque ormai definitive. Di queste, 12 mila prevedono che l’imputato sconti la pena in carcere. Invece i condannati sono tuttora a piede libero, non c’è traccia della decisione sul casellario giudiziale, non sono state riscosse le spese processuali né confiscati i beni sotto sequestro. Altri ventimila provvedimenti sono di assoluzione o prescrizione, in questo caso l’imputato ha diritto alla restituzione di beni eventualmente sequestrati e all’iscrizione nel casellario giudiziale della conclusione favorevole del procedimento.

“Non è possibile – sottolinea Legnini – che a fronte di un impegno straordinario da parte dei magistrati si arrivi al prodotto finale, cioè alla sentenza, che non può essere portato a termine”. Questa situazione, ribadisce il vice presidente del Csm, “non è riconducibile a responsabilità dei magistrati, ma alla carenza di mezzi e di personale. Ma questi numeri – aggiunge – ci inducono ad assumere iniziative. Ce ne interesseremo noi e se ne stanno già occupando il presidente della Corte d’Appello e il procuratore generale Luigi Riello”. Il dato, ricorda il presidente De Carolis, “era rimasto a lungo sommerso. Ora ne abbiamo preso atto e abbiamo avviato una sinergia con gli altri uffici per trovare una soluzione “. Alla notizia dell’iniziativa disposta dal ministero, Ardituro replica: “Gli accertamenti sono inutili, la causa è chiara: mancanza di personale amministrativo “.

Nel distretto di Napoli, argomenta Legnini, “si concentrano tutte le criticità e le emergenze, ma anche le positività del sistema giudiziario italiano”. Tanto che, rileva il procuratore generale Luigi Riello, “possiamo tranquillamente dire che Napoli è un’emergenza nazionale. Non è una guerra fra poveri, basta guardare i numeri: il carico di lavoro di un pm di Palermo è pari a un terzo di un pm di Napoli.

Il solo tribunale di Napoli Nord abbraccia un territorio di un milione di abitanti. Prima i magistrati facevano la corsa per venire a lavorare qui, ora ci sono stati concorsi per Nola o Torre Annunziata che sono andati deserti. Ciò nonostante, ci sono dati positivi come lo straordinario lavoro delle Procure”. Proprio il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo ha lanciato un nuovo allarme: sta per scadere l’accordo con l’azienda umbra dove era stato trasferito l’archivio dell’ufficio: serve uno spazio di 10 mila metri per sistemare le carte. “Chissà, forse al posto delle ecoballe”, stempera Legnini. L’auspicio dunque quello di poter ripartire dalle note positive per trasformare Napoli in un “laboratorio” per tutto il Paese.

Negli uffici del distretto di Corte d’Appello, sottolinea Ardituro, “si registrano scoperture del personale amministrativo che vanno dal 20 al 40 per cento, ma è la stessa pianta organica ad essere insufficiente. Una situazione drammatica e allarmante, per giunta in un territorio caratterizzato da una realtà economica, sociale e criminale senza eguali”. Cananzi ricorda che “i magistrati non intendono farsi scudo della carenza di personale, ma è innegabile che l’altissima produttività si inceppa quando si devono mettere in esecuzione i provvedimenti”. Quella produttività, rimarca Aschettino, “che è in aumento in tutti gli uffici, un dato che onora i magistrati e va ascritto a merito anche dei capi degli uffici. Ma diventa tutto inutile se non si mettono in campo le risorse e il personale”. Nel pomeriggio la delegazione ha visitato gli uffici di Aversa-Napoli Nord, il più giovane tribunale d’Italia “che si occupa del territorio con la maggiore densità criminale del Paese”, evidenzia il consigliere Ardituro. “A tre anni dalla sua istituzione il tribunale manca ancora di strutture adeguate per la celebrazione dei processi penali”, ha affermato il presidente, Elisabetta Garzo. DARIO DEL PORTO

Foto del profilo di Andrea Gentile

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