UFFICI GIUDIZIARI: San Benedetto, corsa contro il tempo per ottenere l’ufficio del Giudice di Pace (Corriere Adriatico)

CORRIERE ADRIATICO

San Benedetto, corsa contro il tempo
per ottenere l’ufficio del Giudice di Pace

 

SAN BENEDETTO – Sulla presenza in Riviera di un Ufficio del Giudice di Pace, ultima possibilità di disporre di una sede giudiziaria, dipende tutto dall’ amministrazione comunale di San Benedetto. Si attende infatti una risposta che, molti auspicano, sia favorevole e immediata perché il termine per inoltrare la domanda scadrà il prossimo 30 luglio e se tale data dovesse decorrere invano tutto sarebbe inutile. A Fronte degli enormi vantaggi che conseguirebbero a tale ripristino, l’impegno che si richiede al Comune sambenedettese è da molti giudicato esiguo.

Nel corso dell’ultima seduta delle commissioni affari generali e bilancio chiamate a trattare della reintroduzione dell’Ufficio del Giudice di Pace di San Benedetto, i sindaci dei Comuni di Acquaviva e Monteprandone, si sono offerti di accollarsi tutti gli oneri per il funzionamento e il mantenimento della struttura – dice Silvio Venieri, delegato regionale Oua (Organismo Unitario dell’Avvocatura)- inoltre, si sono offerti di mettere a disposizione un immobile quale sede dell’Ufficio nonché due dipendenti da utilizzare come personale amministrativo: a questo punto, dunque, il Comune di San Benedetto dovrebbe soltanto mettere a disposizione due dipendenti”.

Recentemente è stata inviata una lettera dei sindaci dell’Unione dei Comuni al collega Gaspari per chiedere che vengano indicati i due dipendenti da utilizzare per il Giudice di Pace di San Benedetto e da questa risposta, che dovrà essere favorevole e soprattutto immediata, dipende l’esistenza stessa della Sede. In proposito si deve considerare che per i dipendenti in questione non si dovranno affrontare oneri aggiuntivi poiché gli stessi sono già retribuiti dal comune di San Benedetto.

“Insomma- conclude il delegato Oua – l’amministrazione comunale di San Benedetto, con il suo sindaco, dovrebbe semplicemente rispondere alla lettera ricevuta indicando i nominativi e la qualifica dei due dipendenti, per poi sottoscrivere unitamente agli altri la domanda di reintroduzione dell’ufficio al Ministero della Giustizia”.

 

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