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Unioni civili, alla Camera una nuova fiducia
Matteo Renzi cerca lo sprint anche alla Camera, ma sulla fiducia per l’approvazione definitiva delle unioni civili Ap (Ncd-Udc) sale sulle barricate ed è pronta a invocare il capo dello Stato.
La proposta di legge sarà in aula da lunedì 9 maggio e «tra il 10 e il 12 maggio» sarà votata dal Parlamento in via definitiva, secondo il timing richiesto dal premier, che – proprio per blindare il testo – non esclude la fiducia. Ncd non ci sta: a essere violati sarebbero infatti, secondo Maurizio Sacconi e Alessandro Pagano, «alcuni profili di costituzionalità e, dunque, in assenza di un segnale da parte del Colle non solo si renderà necessaria l’iniziativa referendaria» per l’abrogazione di questo ddl, avvertono, ma la stessa ipotesi di riforma costituzionale sarà coperta da «un’ombra di legittima preoccupazione sull’equilibrio democratico». Insomma, la battaglia si fa più dura. «A nome di una parte significativa di quel popolo del Family day presente sia a San Giovanni che al Circo Massimo, vorremmo davvero pregare il presidente Renzi di non mettere la fiducia sul ddl Cirinnà – chiede Paola Binetti –. Non ne ha alcun bisogno», visto che i voti non mancheranno. E però, spiega la parlamentare centrista, «il voto di fiducia, imposto senza alcuna necessità a questa legge, umilia pesantemente alcuni deputati che, pur stando nella maggioranza, dissentono da questa operazione. Vorrebbero votare no con piena libertà di coscienza, senza che questo debba supporre un giudizio negativo, per l’appunto una dichiarazione di sfiducia, su tutto l’operato del governo».
Non si convincono affatto neppure Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Democrazia solidale-Centro democratico: «Grazie al voto di fiducia, un provvedimento che equipara di fatto le unioni omosessuali alla famiglia costituzionale e che apre inevitabilmente la strada alle adozioni passerà anche alla Camera senza possibilità di discussione in Aula». Per la responsabile Diritti della segreteria dem e relatrice alla Camera del ddl Micaela Campana, invece, in questo caso non servirebbe al governo, quanto piuttosto a blindare «i diritti delle persone che attendono da anni un riconoscimento giuridico». Ma dalle opposizioni, oltre alla Lega che annuncia «battaglia» e definisce Renzi «un ducetto esaltato», perplessità serpeggiano anche in una parte di Forza Italia.