UNIONI CIVILI: Unioni civili ancora in mano ad Alfano: senza decreto non si possono celebrare (l’espresso.it)

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Unioni civili ancora in mano ad Alfano: senza decreto non si possono celebrare
A un mese dall’emanazione della legge Cirinnà ancora non c’è traccia del vademecum che spieghi ai Comuni cosa fare materialmente per unire una coppia omosessuale. Evitando vizi di forma. E possibili annullamenti

Dove e come celebrare le unioni civili. Come istituire il relativo registro. Chi lo deve fare. Sono questioni che il ministero dell’interno lascia ancora scoperte. Non c’è traccia del decreto ponte che doveva arrivare entro il cinque luglio, a trenta giorni dall’emanazione della legge Cirinnà: un vademecum che spieghi ai comuni cosa fare materialmente quando una coppia gay si presenta per chiedere di essere unita civilmente.
A dover emanare il decreto è la Presidenza del Consiglio su proposta del ministro Angelino Alfano. “Uscirà presto ma non oggi”, dice all’Espresso una fonte vicina al governo. Presto, in breve tempo. C’è altro a cui pensare tra la burrascosa direzione nazionale del Partito Democratico e Alfano, citato nelle intercettazioni allegate all’inchiesta della Procura di Roma per corruzione e riciclaggio.
Intanto da domani una coppia gay o lesbica potrà presentarsi davanti all’ufficiale di stato civile del proprio comune e chiedere di essere unità civilmente – questo secondo il comma 35 che prevede l’immediata entrata in vigore a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Anche senza decreto, alle coppie basterà il beneplacito del sindaco, con un rischio non da poco: il decreto serve a dare istruzioni per rendere uniformi le modalità di costituzione e, soprattutto, iscrizione nei registri dello stato civile, spiega a L’Espresso chi ha lavorato alla stesura della legge Cirinnà. In assenza del decreto si rischia che i sindaci – che pure potrebbero costituire le unioni– procedano a macchia di leopardo, in autonomia, con conseguente rischio di vizi formali e possibile annullamento da parte del prefetto (com’è avvenuto per le trascrizioni dei matrimoni ugualitari).
Così le unioni civili prive di decreti rischiano di diventare un assist ai centristi e al fronte contrario alla comunità LGBT. La trattativa sarebbe in corso come dichiara un senatore di AP: “le redini le teniamo noi e le teniamo strette”. Intanto qualche sindaco si dice pronto a celebrare le nuove nozze e prepara il terreno, come Esterino Montino, sindaco del comune di Fiumicino, nonché marito della senatrice Monica Cirinnà: “da domani l’ufficio anagrafe del Comune raccoglierà le prenotazioni per raccogliere le unioni civili”.
Il decreto ponte resta tuttavia un testo provvisorio, cioè detta le disposizioni transitorie sulle unioni civili in attesa dei decreti attuativi, quest’ultimi di competenza il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Quelli attuativi saranno emanati entro sei mesi dal 5 giugno e hanno termine perentorio, cioè non possono essere prorogati. Sono tre i decreti che Orlando dovrà scrivere: il primo andrà a sostituire il decreto ponte che si occupa delle modalità di celebrazione delle unioni civili, mentre gli altri due regolamenteranno i casi di trascrizioni di matrimoni celebrati all’estero, di partner stranieri (sia comunitari che non) e adegueranno tutte le leggi che riguardano il matrimonio e che vengono estese anche alle unioni civili. Simone Alliva

Foto del profilo di Andrea Gentile

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