IL CORRIERE DELLA SERA
Unioni civili, fiducia e proteste
Polemica sulle parole di Marchini
ROMA Arriva al traguardo oggi la legge sulle unioni civili, accompagnata — come successe in febbraio al Senato — da una scia di polemica e da tanta tensione in Aula. In testa la Cei, con il segretario monsignor Nunzio Galantino: «Il voto di fiducia è una sconfitta per tutti». Seguito da un caso tutto romano: il candidato sindaco Alfio Marchini annuncia che lui non celebrerà le unioni civili.
A tutti e due risponde il ministro Maria Elena Boschi (da ieri il premier Renzi ha annunciato che ha anche la delega alle Pari Opportunità) che ieri, ponendo la fiducia alla Camera, è stata contestata: «La fiducia ha valore politico perché l’agenda di questo governo è incentrata non solo sulle riforme ma anche sui diritti». E ad Alfio Marchini: «Ogni sindaco è chiamato a rispettare la legge», ha detto la Boschi. E la senatrice Monica Cirinnà (che ha dato il nome alla legge) ha spiegato: «Se un sindaco si rifiuta di celebrare le unioni civili, viene un commissario ad acta e il sindaco è passibile di omissione di atti d’ufficio».
La «chiama» per la fiducia comincerà oggi alle 14 a Montecitorio e, se non ci sarà il tempo sufficiente per il voto finale (previsto dal regolamento della Camera), al più tardi domani le unioni civili saranno legge, insieme ad una normativa per le coppie di fatto etero e omosessuali.
Così come era successo al Senato — dopo lo stralcio della stepchild adoption — anche alla Camera il patto di maggioranza tiene. E ieri è stato Maurizio Lupi (Ap-Ncd) ad annunciare la fiducia del suo gruppo.
Perché la legge entri in vigore bisognerà aspettare i decreti attuativi (proposti dal ministro della Giustizia di concerto con, tra gli altri, i ministri degli Interni e degli Esteri), con un tempo minimo di almeno otto mesi.
Ma per gli omosessuali che intendono unirsi civilmente il tempo di attesa sarà di molto inferiore, un mese o poco più. Spiega infatti Micaela Campana, Pd, relatrice della legge a Montecitorio: «Nella legge sono previste delle norme transitorie: grazie ad un decreto del presidente del consiglio – su proposta del ministro degli Interni- le unioni civili si potranno celebrare entro trenta giorni dal momento della firma del provvedimento da parte del presidente della Repubblica. Poi, certo, bisognerà tenere conto dei tempi per l’acquisizione dei pareri della Corte dei conti e del Consiglio di Stato». Alessandra Arachi