IL SOLE 24 ORE
Vescovi. Il cardinale Bagnasco: la raccolta delle firme spetta ai laici, bene il Papa sull’obiezione di coscienza
Unioni civili, la Cei non appoggia il referendum
Città del vaticano. I vescovi italiani non si impegneranno direttamente sull’ipotesi di una raccolta di firme per un referendum abrogativo della legge sulle unioni civili. Il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco – che due giorni fa aveva sferrato un attacco alla legge e i rischi su una legislazione relativa all’utero in affitto – ieri ha detto che questa iniziativa, caso mai, «spetta ai laici». Al termine della assemblea annuale – aperta dal Papa con il forte richiamo sull’uso dei beni assegnati alla Chiesa – il porporato incontrando la stampa ha evitato accuratamente di alzare i toni sui temi “sensibili”, a differenza della relazione di apertura quando ha detto che «non risponde a esigenze – già peraltro previste dall’ordinamento giuridico – ma a schemi ideologici» e che «sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia», in cui le differenze sono «degli artifici giuridici facilmente aggirabili» (con le possibili sentenze sulle adozioni per i gay), e «in attesa del colpo finale – così già si dice pubblicamente – compresa anche la pratica dell’utero in affitto».
Anche sul tema controverso della possibile obiezione di coscienza dei sindaci, Bagnasco è rimasto prudente, richiamandosi a quanto detto in questi giorni da papa Francesco. «In assemblea non abbiamo parlato del ruolo dei sindaci, ma su questo la parola l’ha detta il Papa», ha risposto riferendosi all’intervista al quotidiano cattolico francese La Croix, dove il Pontefice ha detto che «in ogni struttura giuridica, l’obiezione di coscienza deve essere presente perché è un diritto umano». La conferenza stampa di ieri – al termine di quella che per Bagnasco è stata l’ultima assemblea da presidente visto che il suo mandato, il secondo, scadrà tra meno di un anno – è servita quindi ad abbassare la temperatura: sulle unioni civili «non ho dato giudizi di valore, ma ho raccolto le voci dei vescovi, che sentono quelle delle persone, della gente semplice: come è nostro dovere cerchiamo di dare voce in tanti campi alla nostra gente. E tra le voci c’è una preoccupazione diffusa sul tema delle unioni civili». Tra le prospettive indicate ora per l’azione dei vescovi, ha quindi detto il porporato, c’è quella di «crescere sempre di più nell’impegno a favore delle famiglie, quindi nella pastorale familiare». Un segnale che un eventuale referendum abrogativo non sarebbe stato ben visto dai vescovi è arrivato dall’editoriale su Avvenire all’indomani dell’approvazione della Camera della legge.
Ieri inoltre sono stati resi noti i dati sul gettito dell’8 per mille che quest’anno è tornato sopra il miliardo, rispetto ai 995 milioni dello scorso anno (1,055 miliardi nel 2014). Il dato si basa sulle dichiarazioni 2013 su redditi 2012. Aumentano le “firme” a favore della Chiesa rispetto alle altre opzioni: 80,91% rispetto all’80,22%, anche se il trend segnala un calo del gettito a causa della crisi economica e quindi di redditi inferiori. Carlo Marroni