LA REPUBBLICA
Unioni, il governo mette la fiducia
La Cei: grave errore
ROMA. «Questa qua mette la fiducia, alza il sedere e se ne va, ma chi si crede di essere…». Maurizio Bianconi, avvocato aretino, ex berlusconiano ora con Fitto, si sgola più forte del leghista Massimiliano Fedriga contro la concittadina Maria Elena Boschi. La ministra delle Riforme ha appena annunciato la fiducia sulle unioni civili. La numero 22 alla Camera posta dal governo Renzi, la 53esima nel complesso. E a Montecitorio si scatena
la bagarre. La Lega insulta e chiama i parlamentari dem «servi della gleba, applaudono alla fiducia nella speranza di essere ricandidati». Fedriga urla:
«Vergogna». Bianconi fa il gesto dell`ombrello. Il grillino Alfonso Bonafede
accusa: «Per il governo il Parlamento è uno zerbino su cui pulirsi i
piedi, nessun governo su una legge sui diritti civili ha mai messo la fiducia, figuriamoci una doppia». Le unioni civili sono passate anche al Senato blindate con la fiducia. Boschi è andata via dall`aula subito dopo la richiesta. Replicherà però in serata. Perché a contestare la scelta della fiducia è anche il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino. «Il voto di fiducia può rappresentare una sconfitta per tutti», ammonisce Galantino. Il Vaticano avrebbe sperato in modifiche che non permettano sovrapposizioni tra unioni
gay e il matrimonio. Non considera sufficiente lo stralcio della stepchild adoption, l`adozione del figlio del partner in una coppia gay. Boschi respinge le critiche: «Dopo decenni di attesa, la legge sulle unioni civili è un risultato storico e la fiducia ha un valore politico». In Parlamento la polemica si accende anche sulle parole del candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini appoggiato dagli alfaniani e dai forzisti. Marchini ha annunciato che non unirà mai in matrimonio in Campidoglio coppie gay: «Non celebrerò mai unioni omosessuali». «I sindaci rispettino la legge», ribatte Boschi. D`altra
parte i centristi sono sul piede di guerra e minacciano un referendum abrogativo. Ncd stamani prima del voto di fiducia farà una riunione per placare gli animi dei più contrari che con Maurizio Sacconi e Alessandro Pagano hanno chiesto l`intervento del presidente Mattarella. I centristi sono in fibrillazione, Paola Binetti potrebbe astenersi. Un referendum abrogativo lo annuncia il portavoce del Family day, Massimo Gandolfini, immaginando un`altra manifestazione in piazza San Giovanni. Sinistra Italiana dirà no alla fiducia ma sì nel voto finale alla legge.
Arturo Scotto, il capogruppo, si sfoga: «Insopportabile la visione proprietaria
delle istituzioni». Brunetta, presidente dei deputati di FI, spara alzo zero: «Fiducia squadristica, intervenga il Quirinale». Tra il voto di fiducia e quello finale al provvedimento, ci sarà la battaglia degli ordini del giorno. La tentazione a fare ostruzionismo è molto forte da parte delle opposizioni
che presenteranno ordini del giorno di tutti i tipi: la sinistra per raccomandare di introdurre la stepchild nella legge sulle adozioni da approvare al più presto.
Tra i dem dissenso di Michela Marzano che giudica la legge un`occasione persa e potrebbe lasciare il Pd. Le Famiglie Arcobaleno ricordano la mancanza di tutele dei bambini e chiedono la stepchild. GIOVANNA CASADIO