IL SOLE 24 ORE
Matricole in crescita: +6mila in un anno
Roma. In un paese in fondo alla classifica Ocse per numero di laureati ogni segnale in controtendenza che giunge dal mondo dell’università va accolto con favore. Come quello che è arrivato ieri dal Miur e che certifica l’aumento delle matricole iscritte agli atenei italiani: seimila in più rispetto all’anno accademico 2014/2015. Che in termini percentuali significa +2%, +3% tra i soli 19enni. Di tutti i numeri contenuti nel focus pubblicato sul sito dell’Istruzione il più interessante riguarda il trend degli immatricolati. Che sono tornati a crescere dopo due anni, passati dai 265.562 del 2014/2015 ai 271.119 attuali. Un aumento che ha interessato quasi l’intero Stivale: dal +5,2% del Nord-Est (valore massimo) al +3,7% del Nord-Ovest fino al +1,8% del Centro e al +2% delle Isole. Fa eccezione solo il Mezzogiorno che perde il 2,1% di matricole. Rilevante è anche la crescita del numero di diciannovenni (74,7%) tra i neoiscritti, a conferma del fatto che la scelta di proseguire gli studi avviene soprattutto nei primi anni dopo il diploma. Il tasso di passaggio dalla scuola all’università risulta in crescita dopo diversi anni di calo: più della metà dei diplomati si è iscritta quest’anno ad un corso di laurea subito dopo l’esame di Stato. Tasso di passaggio che varia in base all’area di provenienza dello studente, con un massimo nel Nord-Ovest (54,1%) e un minimo nelle Isole (43,6%). Così come sono diversi i tassi di mobilità con un diplomato su quattro del Sud e delle Isole sceglie un ateneo del Centro-Nord.
Degna di nota è inoltre la maggiore attrattività fatta registrare dalla macroarea scientifica e da quella sociale, scelte rispettivamente dal 36,3% e dal 33,8% delle matricole. Con il corollario che in tutte le aree si evidenzia una maggior presenza delle donne, a eccezione di quella scientifica dove il 62,4% degli immatricolati rimane di sesso maschile. Donne che continuano a rappresentare la maggioranza degli immatricolati (55,2%).
Un accenno lo merita infine il legame con la maturità. Da un lato, perché al crescere del voto di diploma aumenta anche la propensione a immatricolarsi: oltre il 90% delle eccellenze si iscrive all’università (e sceglie nella maggioranza dei casi ingegneria), mentre la percentuale scende al 22% tra i maturati con 60/100. Dall’altro, perché la scelta di proseguire gli studi all’università continua a interessare soprattutto i liceali. Che rappresentano in media otto matricole su dieci. Eugenio Bruno