UNIVERSITA’: Più fondi ai piccoli atenei con i costi standard (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Università, più fondi ai piccoli atenei con i costi standard

ROMA. Il costo standard e i fondi assegnati in base alle performance su ricerca, didattica e internazionalizzazione premiano i medio e piccoli atenei, compresi quelli del Sud. Anche grazie a un corpo docente più snello e, di conseguenza, a un’incidenza minore del costo del personale. È quanto emerge scorrendo le tabelle allegate al decreto del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca con i fondi per il 2015 – circa 7 miliardi – che viaggia verso la Gazzetta Ufficiale dopo la registrazione alla Corte dei conti.
A guidare la classifica delle università che incassano più finanziamenti rispetto al 2014 ci sono infatti realtà accademiche come Catanzaro (che passa da 30 a 33 milioni: +9,74%), Napoli Parthenope (da 33,7 a 31,1 milioni: +7,12%), Bergamo (+6,58%), l’Aquila (+5,32%), Chieti e Pescara (+5,20%), Politecnico di Torino (+3,48%) e Milano Bicocca (+2,90%). Soffrono invece diversi maxi atenei e diverse realtà accademiche del Sud: tra tutte la Sapienza di Roma, che perde posizioni come l’anno scorso (-1,70%, circa 8 milioni in meno), ma anche Genova (-1,68%), Padova (-1,51%) o Palermo (-1,79%) che batte tutti per fondi perduti.

Passando alla ripartizione in valore assoluto è chiaro invece che sono i grandi atenei a farla da padroni. Resta infatti immutata la top5 delle università che intercettano una quota maggiore di Ffo. In testa c’è sempre La Sapienza di Roma (464,6 milioni). E alle sue spalle troviamo ancora Bologna (367,6 milioni), la Federico II di Napoli (316,6 milioni), Padova (270,1 milioni) e la Statale di Milano (259,3 milioni).

Tornando alle variazioni rispetto all’anno scorso a pesare è soprattutto il criterio del costo standard, che calcola l’efficienza degli atenei in base al numero di studenti in corso e quello dei docenti presenti. Tanto più che quest’anno il suo peso aumenta dal 20 al 25% delle risorse base (dovrebbe raggiunge il 100% nel 2018) distribuendo 1,2 miliardi. Così come crescono i fondi premiali, che ora valgono in tutto 1,385 miliardi, il 20% di tutto il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei (dovrebbe arrivare al 30% nei prossimi anni), di cui 900 milioni assegnati in base ai risultati nella ricerca, 277 milioni in base alle politiche di reclutamento, 96 milioni in base all’internazionalizzazione (vedi numero di studenti Erasmus) e 110 milioni in base agli studenti in corso. «Ormai metà dei fondi alle università sono assegnati su base competitiva e questo è un punto di non ritorno», avverte il presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, Stefano Paleari. Che aggiunge: «Le università sono un’avanguardia nella Pa perché sono finanziate in base ai risultati come in tanti altri comparti non accade, ma questo sistema non regge più se non si ricomincia dal prossimo anno ad aumentare il finanziamento dopo i 750 milioni che ci sono stati tagliati dal 2009 in poi».
Marzio Bartoloni Eugenio Bruno

 

Foto del profilo di admin-oua

admin-oua